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L'ex tecnico del Milan pigliatutto continua la campagna contro l'individualismo italiano e a favore del solo calciatore che non si infortuna mai, il gioco: "Il miracolo è stato creare un forte spirito di squadra, nel nostro Paese impera l'individualismo: il gioco è come la trama di un film, se manca al botteghino rischi il flop, perché gli attori non garantiscono quel livello di divertimento, emozione e bellezza; Spalletti lavora come uno stratega e non come un tattico, specialitià italiana, è un maestro che migliora attraverso il gioco i giocatori a disposizione".
La montagna che l'allenatore di Certaldo ha davanti a sé è ardua da scalare, ma Sacchi si permette un consiglio: "Incontrerà moltissime difficoltà, 3-4 giorni di allenamenti non sono sufficienti a dare forma all'idea: in Azzurro di tempo ce n'è poco. Sarebbe bello che il campionato consegnasse alla Nazionale giocatori che abbiano in mente un preciso stile di gioco, ma la Serie A non è la Liga, ognuno fa a modo suo. Sono però sicuro che Spalletti darà una impronta precisa alla squadra: gli Azzurri possono tentare quel salto di qualità abbozzato con Mancini; dopo l'Europeo, c'è stata la ricaduta, figlia della precarietà della vittoria. E' arrivato alla panchina della Nazionale dalla gavetta, conoscendo il calcio in tutti i suoi aspetti: ha esperienza internazionale e gusto estetico; il mio unico consiglio è di convocare persone affidabili, che abbiano spirito di squadra e motivazioni, insomma non guardi ai piedi, ma alla testa".
Getty ImagesContro il Messico a USA 1994