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Altobelli in versione 'Spillo': "Preferivo il mio calcio a questa tiritera di passaggi in mezzo al campo"

7 AGOSTO
CALCIO/NAZIONALE

L'ex centravanti di Inter e Nazionale borbotta: "Regalammo agli italiani credibilità. Adoro Barella, ma lo paragonereste a Tardelli?".

SPORT TODAY

La chiacchierata con 'Il Giornale' è l'occasione per Alessandro Altobelli di lasciarsi andare ai ricordi del Mundial, esaltando l'azzurro del calcio (suo e dei suoi compagni): "Al gol di Tardelli ero incredulo, pensai che era fatta. Avevamo vinto il Mondiale dando 2 - 3 gol ad Argentina, Brasile, Polonia e Germania, in un calcio più difficile di quello odierno; la mia più grande soddisfazione è stato fare scattare Pertini in piedi. In semifinale giocai 20' perché Graziani si era fatto male alla spalla, mi allenai in maniera forsennata, ero il suo primo tifoso, ma mi dovevo fare trovare pronto: ero in Nazionale dal 1980, Bearzot valutava le sue scelte a fondo, ma una volta che entravi nel suo gruppo non ne uscivi più. Misi il sigillo sulla Coppa: non ci rendevamo conto di cosa stesse accadendo in Italia, al telefono ce lo raccontavano, ma ne eravamo incoscienti. Fui felice soprattutto di avere ridato agli italiani credibilità".

L'invito a chi fa calcio è quello di essere coraggiosi e di divertire il pubblico: "Quando penso a quel calcio mi domando dove stia andando quello di oggi: allora a tutti i livelli, si prendeva la palla e si puntava la porta avversaria, adesso inizia una tiritera di passaggi che stanca; il possesso palla a metà campo, con le squadre che si aspettano, stanca i tifosi. Bisogna osare di più, avere voglia di imporre il gioco e di andare a prendersi le partite: prendiamo Barella, il simbolo della forza e della voglia di calcio attuale, è un calciatore fortissimo. Paragoniamolo a Tardelli, chi scegliereste? Marco era un kolossal: forte, veloce, determinato, feroce, tutta personalità; lo vedevi al limite, aveva ancora due marce da scalare. Come si fa a dire che eravamo lenti, aveto visto le botte che ci davamo.. E vogliamo parlare di Oriali?".

Di coseguenza gli osservatori dovrebbero valutare un giovane a 360 gradi: "Sono partito da Sonnino, dove un barbiere mi aveva scelto assieme ad altri 14 bambini, sino all'Inter: piccolo e magro, ma avevo istinto. Ai tempi Bruno fu scartato perchè bassotto, vi rendete conto? Mi avvilisce quando osservatori scartano ragazzi al primo dribbling sbagliato, o pensano al fisico anziché la tecnica".

Alessandro Altobelli

Getty ImagesIn gol contro la Germania Occidentale a Madrid

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