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Belgio, Romelu Lukaku rivive gioie e dolori con la maglia della sua nazionale

4 OTTOBRE
CALCIO

Il centravanti del Chelsea è tornato sui traguardi più belli raggiunti con la sua rappresentativa e sui momenti invece che preferirebbe dimenticare.

SPORT TODAY

A poche ore dal match di Nations League con la Francia, Romelu Lukaku ha fatto un passo indietro e, ai microfoni dell’UEFA, ha passato in rassegna tutte le avventure vissute con la maglia del Belgio a partire da quella traumatica agli ultimi Europei quando la punta del Chelsea ha vissuto attimi di terribile apprensione per l’ex compagno di club Eriksen.

“Quando giocavo all'Inter ho passato più tempo con Christian che con mia madre, mio figlio o mio fratello perché in Italia con gli allenamenti passi praticamente tutto il giorno insieme al club. La sua stanza era accanto alla mia. Ho sentito la notizia del suo malore durante una riunione e ho iniziato a piangere. Non facevo altro che pensare a lui” ha rivelato il nativo di Anversa.

“Sulla strada verso lo stadio di San Pietroburgo avevo bisogno di qualcosa per tirarmi su, così ho deciso di giocare per lui durante il torneo. Volevo mostrargli in qualche modo la mia vicinanza. Gli ho anche mandato un messaggio e sono stato felice che mi abbia risposto”.

Di tutt’altro tipo invece sono state le sue emozioni in occasione del match contro la Repubblica Ceca dello scorso settembre quando Lukaku ha tagliato il traguardo delle 100 presenze con la maglia del Belgio.

“Quando sei giovane il traguardo delle cento presenze è qualcosa di inimmaginabile. Sono stato fortunato ad aver esordito giovanissimo in nazionale. Adesso ho 28 anni e ne sono passati quasi 12 da allora con molti alti e bassi, ma come squadra abbiamo sempre continuato a crescere. Alla fine, l'obiettivo finale rimane quello di vincere: questa è la mia motivazione principale. Ogni volta che gioco in nazionale, voglio sempre vincere sia che si tratti di semplici partite che di un torneo”.

Quest’ambizione l’ha portato, nel corso delle 100 apparizioni con la sua rappresentativa, a difendere il giocatore più prolifico di sempre della nazionale belga.

“Non ho iniziato subito a segnare in nazionale. Mi ci è voluto un po' di tempo. Ma una volta che mi sono ambientato, sapevo che sarei riuscito a segnare e che i miei compagni mi avrebbero messo in condizione di farlo. Poi anche tutti gli altri hanno iniziato a fare gol, non solo io: Eden Hazard, Kevin De Bruyne, Dries Mertens. Questo aspetto mi ha fatto capire che in attacco abbiamo grandissima qualità”.

Lukaku ha quindi rivelato come non apprezzi più di tanto il gioco lungo e l’esser usato come valvola di sfogo per i lanci dei compagni.

“Considerato il mio fisico abbastanza imponente, tutti pensano a sfruttare la mia fisicità nei lanci lunghi sperando poi che mi giri e faccia gol. A me invece non piace giocare così. Sono invece più pericoloso quando punto direttamente la porta perché in quelle situazioni di gioco raramente faccio scelte sbagliate” ha chiosato il ventottenne attaccante dei Blues.

Lukaku

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