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Napoli: Aurelio De Laurentiis ne ha per tutti

30 GIUGNO
CALCIO

Il presidente dei club partenopei ha rotto il silenzio stampa del club in una conferenza in un hotel di Roma e ha affrontato moltissimi argomenti.

SPORT TODAY

Dopo quattro mesi di silenzio stampa il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare in una conferenza stampa in un hotel di Roma e ne ha avute per tutti, dal governo alla Superlega. Ecco i suoi virgolettati riportati da goal.com.

"Il Covid non ce l'aspettavamo, ci ha colti impreparati e sono stati momenti difficili. Un problema avuto a marzo lo scorso campionato, ritardando la fine dello stesso e non avere tempo e spazio di riprogrammare quella seguente. Non sapevamo se gli stadi riaprivano e quando, non abbiamo avuto un ritiro e mercato vero: dobbiamo fare la corsa a chi sta nel calcio grazie a noi e anziché tutelarci ci crea problemi non da poco".

"Leggevo della possibilità di fare la finale degli Europei a Londra con 75mila spettatori, forse ora riducibili a 25mila... Ricordo che nel primo lockdown mi si chiese di giocare in Spagna: risposi 'siete matti? E' più importante una partita che la salute dei popoli?'. Questo mi scandalizza ancora, noi tra poco pubblicheremo i calendari... Draghi deve prendere atto che ci sono più di 30 milioni di italiani che nel calcio trovano una valvola di sfogo. L'80% sono uomini che lavorano per il Paese: perché allora lui, che gode di tutta la mia stima, si disinteressa completamente al mondo del calcio e non convince i suoi colleghi a resettare all'unisono la partenza dei rispettivi campionati a una data che sia serena in chiave vaccinale? Perché in Europa non c'è un'obbligatorietà ai vaccini e sento tanta gente in giro che non vuole farlo?".

"Il calcio per colpa del Covid è sotto di un miliardo e mezzo, ma non mi sembra che il Governo italiano abbia tentato un'innovazione. Bisogna trovare una soluzione, non è mai stato fatto nulla: da 40 anni si dice che c'è una legge sbagliata e nessuno la cambia perché dicono che deve pensarci il Governo, ma il Governo non fa nulla".

"Napoli-Verona? E' stata una grande delusione. Io nell'intervallo sono andato negli spogliatoi a suonare la grancassa, mi ha fatto piacere vedere il goal che mi ha quasi rilassato ma non il successivo pareggio. Arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso sul piano della tensione nervosa, perché giochi sul filo di lana un secondo, terzo o quinto posto dove il risultato degli altri conta più di ogni altra cosa e dove tu sei stato già bastonato varie volte durante l'anno in partite dove meritavi di più in termini di resa. Poi c'era l'episodio di Napoli-Cagliari che già ci aveva creato patemi".

"Non ho nulla da recriminare, nell'ultimo anno e mezzo è stato un campionato molto falsato. E già stiamo pensando di partire il 20 agosto senza sapere se potremo ospitare i tifosi...".

"Superlega? Florentino Perez non mi ha mai contattato. Non sono mai stato a favore del progetto perché ne faccio una questione economica come loro, ma non è che facendo un super torneo a 12 dove tu inviti gli altri, hai risolto i problemi dell'economia del calcio. Li risolvi se sei cosciente che Champions ed Europa League economicamente non servono a nessuno, perché Perez non ha avuto il merito di creare la Superlega - una grandissima cretinata - ma quello di dire 'perché devo crearla?'. Non possiamo andare avanti con questi fatturati facendo un assist a chi dovrebbe fare segretariato e invece vuole comandare".

"Sono anni che dico di creare un campionato europeo più equilibrato, ragionando sul fatto che i 5 campionati top possono permettersi calciatori più costosi e meriterebbero un campionato a parte il martedì, il mercoledì e il giovedì al quale devi dare la chance democratica a tutti di poter competere qualificando le prime 6 classificate di ogni torneo delle 5 nazioni. L'UEFA non ha saputo valutare confrontandosi con l'ECA. Dovrebbe prevalere il buon senso e che tutti gli attori del sistema possano sedersi attorno a un tavolo".

"Spalletti ha avuto sempre la mia stima e considerazione, prima di tornare alla Roma era ancora sotto contratto con lo Zenit e mi disse che non poteva muoversi e noi virammo su Benitez o Sarri. Lo trovo uno che sa allenare molto bene, contro di lui non è mai stato semplice giocare e in contesti come quelli di Inter e Roma la mancanza di proprietà non metteva le cose in chiaro nello spogliatoio se l'è cavata molto bene".

"Il rinnovo di Insigne? Con lui non ci siamo proprio visti causa calendario e impegni con la Nazionale. Per non 'incasinare' anzitempo la situazione, dopo gli Europei ci vedremo, ci parleremo e sarà quel che sarà".

"Non è stato il problema di non essere andati in Champions, è stato il passare fino a stipendi da 156 milioni nel giro degli ultimi anni: spendiamo cifre che non fatturiamo e dovremo valutare il foglio paga dei calciatori in base a ciò che fatturiamo. Non c'è un ridimensionamento ma una presa di coscienza, il budget va rivisto, altrimenti il Napoli fallisce. Per riportarlo sul binario giusto devi tagliare le spese eccessive".

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