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Condannato nel 2017 in Italia a nove anni di carcere per uno stupro di gruppo avvenuto quattro anni prima (2013), il Brasile non prevede l'estradizione ma il 20 marzo il Tribunale superiore di giustizia potrebbe emettere, direttamente o attraverso un giudice di prima istanza, un mandato d'arresto nei suoi confronti perché sconti quella condanna in patria. «Le persone devono imparare che il rapporto sessuale non è solo frutto del desiderio di una delle parti, ma è un accordo tra le parti - continua il presidente Lula -. Un giovane ricco e famoso che commette uno stupro di gruppo e pensa di non aver commesso alcun reato giustificandosi con l'ubriachezza crea vergogna».
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