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È vero, è cambiato il format, con la partecipazione di quattro squadre e non più solo due, ma l'obiettivo rimane lo stesso: vincere. Per farlo i nerazzurri dovranno sfidare la Lazio in semifinale e in caso di successo una tra Napoli e Fiorentina nel match che decide il titolo. Visto il passato, in campo e in panchina, quella contro i biancocelesti non potrà mai essere una sfida come le altre per Simone Inzaghi - lo ha ammesso lui stesso nella conferenza stampa della vigilia -. Il tecnico piacentino sbarca in Arabia Saudita con i favori del pronostico, sia per la rosa a disposizione che per il proprio palmarès. L'allenatore dell'Inter, infatti, al momento vanta quattro affermazioni in Supercoppa italiana (due con la Lazio e due con la Beneamata) così come Fabio Capello e Marcello Lippi, pertanto vincendo a Riad entrerebbe nella storia dalla porta principale. Un'opportunità troppo ghiotta da non fallire assolutamente.
L'Inter, dunque, vuole mettere in bacheca un trofeo per il quarto anno di fila e sa che può contare sul suo allenatore e sulla sua sete di vittoria: è uno specialista della competizione, quattro successi su altrettante finali, e non sbaglia mai l’approccio alle sfide da dentro o fuori. Lo dicono anche i numeri e la media punti tenuta nelle coppe nazionali, dunque Coppa Italia e appunto Supercoppa: 2,13 a partita, andamento più veloce degli altri tre tecnici che si giocano questo trofeo. Fallito il tris nella coppa nazionale, dove è arrivata l'eliminazione in rimonta ai supplementari contro il Bologna agli ottavi, Inzaghi vuole centrarlo almeno in Supercoppa. Il piacentino sa come si vince e si augura di poter scendere la scaletta dell'aereo che riporterà l'Inter da Riad a Milano con la coppa in mano. Le motivazioni non mancano, l'ultima parola spetta al campo.
Getty ImagesSimone Inzaghi e Steven Zhang, Inter