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Il Presidente De Laurentiis propone una nuova competizione per rilanciare il calcio

15 SETTEMBRE
CALCIO

Il presidente del Napoli spinge per dare ancora più centralità al calcio europeo: "Progetto che può portare 10 miliardi di euro ai club".

SPORT TODAY

Dopo le prime giornate di campionato e le prime gare di coppa, la stagione 2021-2022 è ormai pronta ad entrare nel vivo. Spazio al calcio giocato, dunque, ma non solo.

A tenere banco è ancora una volta la questione riguardante il futuro di uno sport che, secondo Aurelio De Laurentiis, necessita di una sensibile operazione di rinnovamento e tale processo non può che fondarsi sulla definizione di una nuova competizione che ridoni centralità e sostenibilità ai club europei.

Nel corso di un'intervista al 'Daily Mail' il presidente del Napoli ha lanciato l'allarme:

"Il sistema non funziona più. La Champions e l’Europa League non generano entrate sufficienti per i club per giustificarne la partecipazione. Per essere competitivo, hai bisogno di più giocatori di alto livello. Ciò significa che devi spendere di più e il premio in denaro delle competizioni europee non ne tiene conto".

La soluzione? Secondo il massimo dirigente partenopeo risiede nella creazione di un nuovo torneo:

"Ecco perché i club hanno bisogno di parlare tra loro per creare un torneo più moderno e redditizio per tutti i partecipanti. Dobbiamo ridurre il numero di partite riducendo le dimensioni delle migliori divisioni in tutta Europa. Inoltre, creiamo un campionato europeo con un sistema di ingresso democratico, basato su ciò che le squadre ottengono nelle loro competizioni nazionali. Ho esaminato un progetto pronto a portare 10 miliardi di euro al calcio europeo, ma ci vuole volontà e totale indipendenza".

L'obiettivo prefissato è quello di avvicinare al calcio quella generazione di persone che se ne stanno gradualmente allontanando:

"Se non cambiamo le regole del gioco e non lo rendiamo uno spettacolo migliore, i giovani ci abbandoneranno e il calcio non sarà più la parte centrale della nostra vita. La mia ricerca mi dice che le persone tra gli 8 e i 25 anni hanno smesso di guardare il calcio e preferiscono giocare con gli smartphone: hanno trasformato totalmente i nostri figli.

"Non sto dicendo che l’abitudine di guardare il calcio in diretta in uno stadio morirà, ma ora abbiamo lo “stadio virtuale”, che può attirare miliardi di persone a giocare gli uni contro gli altri. Riusciremo a riportarli sulla strada dello sport più importante e influente al mondo?".

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