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Quattordici mesi dopo l’incarcerazione, Dani Alves torna libero in attesa del processo e della sentenza definitiva. La libertà vigilata arriva grazie al pagamento della cauzione pari a un milione di euro, soldi che però non sarebbero usciti direttamente dalle tasche del calciatore. Nei giorni scorsi l’avvocato del brasiliano aveva infatti parlato dell’insolvenza del proprio assistito, che non era riuscito a pagare la cauzione entro la data inizialmente prevista (venerdì alle 14:00). In passato il padre di Neymar si era dichiarato pronto ad aiutare l'ex Barcellona, salvo poi cambiare idea. A oggi, comunque, l’ipotesi più probabile rimane quella di un aiuto da parte di amici e familiari, sebbene non ci siano conferme ufficiali.
L’unica certezza rimane la libertà vigilata a cui sarà sottoposto il calciatore, a cui nel momento del pagamento della cauzione sono stati ritirati sia il passaporto brasiliano che quello spagnolo. A Dani Alves, costretto a lasciare un recapito per poter essere sempre reperibile, è infatti vietato lasciare la Spagna e ogni venerdì dovrà presentarsi in tribunale. Il timore della giustizia spagnola è infatti che il calciatore possa lasciare il Paese per evitare di essere processato per il crimine di cui è accusato. Inoltre, lo spagnolo non potrà né avvicinarsi a meno di un chilometro dalla vittima né potrà mettersi in contatto con lei in alcun modo. Queste le condizioni per la libertà vigilata dell’ex Barcellona, in attesa della sentenza definitiva.
Gerry ImagesDani Alves in tribunale