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Da quando Verón non gioca più: le sue parole su Inter-Juventus

17 GENNAIO
CALCIO

L'ex centrocampista di Parma, Lazio e Inter ha rilasciato un'intervista in cui analizza il big match di stasera Inter-Juventus.

SPORT TODAY

L'ex centrocampista argentino Juan Sebastian Veron , con un passato in Serie A con le maglie di Parma, Lazio e Inter , ha rilasciato un'intervista in cui parla di Inter-Juventus , una partita che anche ai suoi tempi voleva spesso dire sfida Scudetto.

Sulla partita di oggi Inter-Juventus, vincere vorrebbe dire avere una grande spinta emotiva.

"Per me la prima cosa di questa partita è appunto la spinta emotiva che può significare la vittoria. Questo è sicuro. Poi ovviamente si gioca anche per i 3 punti che sono importanti. Ma per l'Inter poter vincere dopo tanto tempo sarebbe  importante per la corsa al titolo, soprattutto visto che è una squadra che non vince da tanto. Per me è la cosa più importante al giorno d'oggi per loro.

Su quali aspetti Juventus e Inter devono migliorare per poter raggiungere il Milan.

Seguo un po' la Juve ma molto di più l' Inter . La Juventus deve ritrovare quello che ha avuto negli anni passati. Si sono sentiti imbattibili. Mantenere lo stesso livello per molti anni è molto difficile ma la Juve ce l'ha fatta. Forse quest'anno le cose non vanno proprio per il meglio. D'altra parte anche l 'Inter ha delle responsabilità ma sta cercando il modo migliore per tornare a essere una grande squadra e non è facile. Devono trovare la continuità nei risultati e nel gioco. Il punto è che quando guardi la Juve giocare sai che vincerà. Quando guardi l'Inter sai che è 50-50. Devono essere decisi per ottenere risultati".

Sul DNA "Pazzo" dei nerazzurri: ccome può fare la squadra per liberarsene?

"L'essere pazzi è una loro caratteristica. Ce l'avevamo quando ho giocato per loro, poi di nuovo prima del Triplete. È difficile cancellarlo. Bisogna essere equilibrati, come tutte le grandi squadre. Questo è ciò su cui Conte deve lavorare con la sua squadra. A proposito della Juve dico che dopo tanti anni di successi potresti avere un momento di debolezza. Un fallimento non è un problema se si trova subito una soluzione dopo questa stagione".

Le indiscrezioni sulla vendita del club da parte di Suning possono influenzare i giocatori in campo?

"Conoscete la situazione meglio di me. Ai problemi bisogna dare la giusta importanza. Alla fine i club trovano sempre le soluzioni ai problemi, grandi o piccoli che sianoi. I giocatori devono solo giocare. Questa è la loro responsabilità. Anche noi abbiamo avuto questi problemi ai nostri tempi. Quando sei in campo devi pensare solo al motivo per cui sei lì, che è giocare. C'è sempre una soluzione per tutti gli altri problemi. I giocatori devono pensare solo a giocare al meglio".

Sul quanto è stato difficile per i giocatori nerazzurri mantenere una continuità di prestazioni dopo il triplete

È difficile essere continui. L'Inter dal 2004 ha avuto 6-7 anni di successo, sempre in lotta per i trofei. È la stessa cosa che abbiamo detto della Juventus. Si può fallire quando i giocatori invecchiano. Non è la stessa cosa senza gli stessi giocatori importanti. Ma se trovi di nuovo il modo per mettere in atto il processo giusto, ci riesci. L'Inter non ha trovato le giuste potenzialità nei giocatori che ha ingaggiato. Nessuno è stato più allo stesso livello di Zanetti, Cambiasso, Materazzi . Erano punti di riferimento di quella squadra".

Conte merita altro tempo per avere un impatto decisivo sul mondo Inter?

A volte si superano le critiche. E questo è un problema, per me. È normale che si senta la pressione dei tifosi che vogliono vincere. Il club ha ingaggiato giocatori più forti, ma non è così facile essere continui. Bisogna ottenere dei risultati per avere la giusta mentalità vincente. Forse hanno bisogno di un giocatore con una forte personalità. Lei mi ha chiesto alcuni nomi del passato per l'Inter di oggi e io avrei potuto dirgliene tre o dieci. Ma il calcio di oggi è diverso a causa dei soldi. Dipende dalle strategie del club. In club come l'Inter bisogna essere abituati alla pressione. Alla fine la soluzione è costruire la squadra giusta in grado di gestire la pressione. Ma ci vuole tempo".

Juan Sebastian Veron

Getty ImagesJuan Sebastian Veron

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