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Bundesliga, Wolfsburg e quel titolo nel 2009: una coppia gol da sogno

24 MARZO
CALCIO/CALCIO INTERNAZIONALE

I biancoverdi, guidati in panchina da Magath e in campo da Dzeko e Grafite, sbalordirono tutti. In quel trionfo storico c'è la firma anche di due italiani

SPORT TODAY

Con 10 punti di vantaggio a otto turni dalla fine, il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, ancora imbattuto in stagione, si appresta a interrompere l'egemonia del Bayern Monaco, campione nelle ultime undici edizioni della Bundesliga. I bavaresi hanno scritto il loro numero sull'albo d'oro dal 2012 al 2023. A parte i trionfi del Borussia Dortmund di Jurgen Klopp nel 2011 e 2012, il club più titolato di Germania non ha lasciato scampo agli avversari. Per trovare un nome diverso, una "cenerentola", bisogna risalire alla stagione 2008-09, quando a firmare un vero e proprio miracolo sportivo fu il Wolfsburg di Felix Magath, alla prima, storica, e fin qui unica affermazione. 

Wolfsburg campione: gli acquisti dalla Serie A e il cammino

La dirigenza, dopo il quinto posto della stagione precedente, rinforza la rosa acquistando dal Palermo Zaccardo e Barzagli, con quest’ultimo che si rivela importantissimo per la tenuta difensiva dei Lupi – il Wolfsburg incasserà solo 41 reti -. Che sarebbe stata una stagione strana lo si intuisce subito, quando a chiudere davanti a tutti al giro di boa è il neopromosso Hoffenheim con 35 punti, gli stessi del Bayern Monaco. I neroverdi sono solo noni con ben nove punti di distacco dalla vetta. Alla distanza, stranamente, i bavaresi calano mentre la squadra di Magath, proprio come una Volkswagen, la superpotenza che foraggia il club, vola. Quella che torna in campo dopo le vacanze di Natale è tutta un’altra squadra: archiviato il pareggio per 1-1 con il Colonia, arrivano dieci vittorie di fila, compreso il 5-1 in casa contro il Bayern Monaco che suona come un passaggio del testimone. 

Dalla supercoppia Dzeko-Grafite ai "gregari": il Wolfsburg dei miracoli 

Le prima pagine sono tutte per la coppia di attaccanti Dzeko-Grafite, autori di 54 degli 80 gol totali della squadra. Dopo un primo anno di ambientamento, i due esplodono definitivamente: il bosniaco, futuro romanista e interista, mette a referto 26 centri, che non gli bastano però per conquistare la classifica dei cannonieri. Nonostante collezioni appena 25 gettoni, meglio di lui fa proprio il compagno di reparto che mette la propria firma sul tabellino dei marcatori ben 28 volte, con oltre un gol di media a partita. Una menzione speciale meritano anche Josuè e Misimovic, rispettivamente vertice basso e alto del rombo a centrocampo - Magath passa dal 4-1-4-1 al 4-3-2-1 ad albero di Natale trovando poi la quadra con il 4-4-2 -. Poi ci sono i gregari, quelli senza i quali il miracolo sportivo non sarebbe mai stato possibile: Benaglio, sicurezza assoluta tra i pali, Madlung, Gentner, Riether, Simunek, Pekarik, Hasebe, Dejagah. Tutti protagonisti, in maniera diversa, di una stagione irripetibile, ognuno a disposizione di un regista straordinario: Felix Magath.

Barzagli e la lezione di Magath

Nacque tutto da lui, dal suo enorme lavoro durante la settimana. Barzagli, infatti, dopo anni disse: «Dopo il Mondiale pensavo che avrei potuto avere di più e andare in una grande squadra. Non me lo meritavo però e quando arrivò l'offerta del Wolfsburg, che per il giocatore che ero, uno dei tanti, era eccessiva, accettai. Lì trovai un allenatore, un certo Felix Magath, che ha stravolto completamente la mia mentalità. Ogni volta che mi lamentavo mi diceva: "Sai perché non ti alleni bene? Perché non credi in quello che fai". Io in effetti in allenamento davo il 70, l'80% e non prendevo mai la palla… Lì è cambiato il mio modo di allenarmi. Da allora do sempre il 100%».

Dzeko e Grafite festeggiano il titolo vinto con il Wolfsburg

Getty ImagesDzeko e Grafite festeggiano il titolo vinto con il Wolfsburg

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