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Donne, Bertolini: “Calcio, siamo tornati al patriarcato”

11 SETTEMBRE
CALCIO/CALCIO FEMMINILE

L'ex ct della Nazionale femminile: “Manca una progettualità, io penso di aver lasciato un'eredità, una squadra rinnovata che ha un futuro”

SPORT TODAY

Milena Bertolini, dopo l'addio alla Nazionale femminile di calcio, si è sfogata dalle colonne del Corriere della Sera, ripercorrendo le ultime tappe: “La forza del Mondiale 2019 era stata una squadra di donne, con un ct. donna, capace di fare gruppo. Questo, per l'Italia, era stato il cambiamento culturale. Dove sono oggi le donne negli staff della serie A femminile? Forse il 10%... Siamo considerate immagine: le quote rosa diventano necessarie. E noi ci mettiamo del nostro, siamo le peggiori nemiche di noi stesse: aveva ragione Murgia quando diceva che servono due donne per far fuori una donna. Ma così andiamo indietro, torniamo al patriarcato".

L'ultimo Mondiale per le azzurre è stato molto deludente: “La forza di un gruppo e' il collettivo, non il singolo. Le battaglie per sdoganare il calcio femminile le abbiamo combattute tutte, ciascuna nel suo ruolo. Non è facile vedersi soffiare il posto, lo capisco. Sentirsi offese non aiuta e alla fine siamo andate a lezione di umiltà dal Sudafrica . Finita la partita sono andata a consolare le giovani, mentre le altre mi scansavano. C'era troppa rabbia in spogliatoio per fare discorsi. Non è vero che mi sono chiusa in camera. È vero che loro si sono riunite e hanno scritto quel comunicato. Il volo di ritorno è stato allucinante. C'è chi non ha più avuto il coraggio di guardarmi in faccia né di salutarmi".

La Federazione, al posto di Bertolini, ha scelto Andrea Soncin: “ Gli auguro il meglio ma andava cavalcata quell'onda positiva. Sento dire che questo è l'anno zero: allora chi ha compiti di governo cosa ha fatto dal 2019 in poi? Certo oggi c'è il professionismo, importantissimo. Ma la progettualità e' un'altra cosa: distribuire risorse alla base, lavorare sul territorio, far crescere le tesserate, che si sono fermate, incentivare con la premialità a fare il settore bambine. E la promozione della Nazionale? Noi abbiamo fatto partite in casa in cui erano molti di piu' i tifosi avversari...".

Lo sfogo termina: “Cosa ci dice dell'Italia il fuggi fuggi di allenatori? Che da noi manca un progetto che ti faccia pensare che il calcio femminile sia qualcosa di importante a livello culturale. Un problema di testa. Io penso di aver lasciato un'eredità: una squadra rinnovata che ha un futuro. Pero' dobbiamo ritrovare tutti un po' di umiltà”.

Milena Bertolini

Getty ImagesMilena Bertolini

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