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Un uragano si è abbattuto sull'Empoli al Dall'Ara, si chiama Riccardo Orsolini. Per lui una tripletta da sogno, la prima in Serie A.
«La tripletta? Prima o poi doveva capitare, ci speravo perché venivo da un periodo strano…». La prima volta di ‘Orso’: 3 gol, in un’unica partita in Serie A, non li aveva mai fatti. Prima di domenica, quando da solo ha piegato l’Empoli bucando tre volte Berisha, e regalando ai rossoblù una vittoria che mancava da un mese. Un chiaro messaggio ai ‘colleghi’ e a Luciano Spalletti: per la Nazionale, c’è anche lui.
A Bologna dal 2018, l’inizio difficile con Donadoni e Inzaghi, poi l’arrivo di Sinisa, che ha dato una svolta alla sua carriera
Con quelli di domenica all’Empoli, fanno 49 gol in 191 partite con la maglia del Bologna, città che lo ha accolto cinque anni fa, quando a metà stagione arrivò dall’Atalanta. Ma non tutto è sempre filato liscio, soprattutto agli inizi della sua esperienza in rossoblù: solo qualche spezzone di partita in campo intervallati da infortuni. In poche parole, zero continuità. Ma lampi di talento, ‘Orso’, era comunque riuscito a mostrarli, pur giocando di rado e avendo poco spazio. Nella stagione successiva, la svolta. In panchina, al posto di Donadoni, arriva Pippo Inzaghi, ma nonostante il cambio, il Bologna non gira. Altro giro e altro ‘switch’ in panchina, dentro Sinisa Mihajlovic, ed è in quel momento che inizia l’ascesa di Orsolini. Sono i suoi gol che garantiscono ai rossoblù di centrare una insperata salvezza, mentre sullo sfondo il rapporto col tecnico serbo continua a fiorire e a diventare sempre più solido: un rapporto padre-figlio che, come in ogni famiglia che si rispetti, vive di momenti di stima e di affetto, ma anche di periodi bui. Con Mihajlovic, Orsolini diventa leader e simbolo del Bologna. Crea, fa gol, è la minaccia delle difese avversarie, e nei fisiologici momenti di calo e di appannamento è il ‘bastone’ di Sinisa a rimetterlo sui binari. I due si stuzzicano, anche in pubblico, nelle conferenze stampa, ma il tecnico ha sempre una parola buona per ‘Orso’, anche quando lo deve proteggere dalle voci di mercato o per alcuni rendimenti non all’altezza.
Con Sinisa nel cuore, oggi è rinato e sogna una presenza ‘fissa’ in azzurro
«Tutte le cose che ci siamo detti, tutti i consigli, tutte le 'bisticciate', tutte le ramanzine che mi hai fatto, le risate, gli scherzi, sono tutte cose che porterò sempre nel mio cuore e che mi accompagneranno per tutta la vita. Mi hai cresciuto sia come uomo che come calciatore; hai fatto sì che tutti i sogni che avessi da bambino si realizzassero e per questo te ne sarò per sempre grato. Riposa in pace leone. Non ti dimenticheremo mai». Così ha ricordato Mihajlovic, Riccardo Orsolini, sul suo profilo Instagram, nelle ore successive alla sua scomparsa. Un messaggio che riassume il rapporto e il legame che si era creato negli anni assieme a Bologna. Se oggi è questo, Orsolini lo deve anche e soprattutto ai consigli, ai rimproveri e all’attenzione che gli ha riservato nelle stagioni passate il tecnico serbo.
Come la leggenda Beppe Signori, Orsolini è stato il primo calciatore a trovare il gol in sei stagioni di fila con la maglia del Bologna in Serie A. Dopo un’estate complicata, per via di un fastidioso infortunio, il classe ’97 è tornato, e lo ha fatto col botto, impressionando un’altra volta tutti.
L'obiettivo ora è la Nazionale, che Spalletti è tornato a fargli assaggiare nella finestra di settembre quattro anni dopo l’ultima volta: un sapore che Orsolini spera di ritrovare presto, già nelle prossime settimane. «Nazionale? Cerco di farmi trovare pronto». Di questo passo e dopo prestazioni del genere, l’azzurro non glielo può togliere nessuno.
Getty ImagesRiccardo Orsolini Bologna