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Volley, il mondo azzurro piange la morte di Michele Pasinato

8 APRILE
ALTRI-SPORT/VOLLEY

Si è spento a soli 52 anni: è stato Campione d'Europa con la Nazionale di Velasco

SPORT TODAY

Una vita stroncata a soli 52 anni quella di Michele Pasinato. I più giovani forse non si ricorderanno di uno dei campioni della storia del volley, recordman della Regular Season di quella che era chiamata un tempo solo Serie A (ora è Superlega) con più di 7000 punti in 280 partite.

Michele si è spento a 51 anni dopo una lunga lotta contro un male che non perdona. Qualche giorno fa aveva detto alla moglie Silvia e ai figli Edoardo e Giorgio di essere stanco: non c'è stato più spazio per la lotta si è arreso a questa ultima partita.

Con la Nazionale di Julio Velasco, "Paso", come lo chiamavano i tifosi, ha vinto un Mondiale (1994) e due europei (1993 e 1995): da giocatore ha indossato la maglia della sua Padova (con cui ha chiuso la carriera nel 2006 con la Valsugana Padova) dove è cresciuto e dove attualmente lavorava come tecnico nel settore giovanile, oltre a quelle di Roma e Montichiari.

Tra i primi a darne notizia la Federazione Italiana Volley: "Da parte del presidente Giuseppe Manfredi, dei vicepresidenti Adriano Bilato e Luciano Cecchi, del segretario generale Alberto Rabiti, del Consiglio Federale e dell’intera Federazione Italiana Pallavolo giungano alla famiglia di Michele sentite condoglianze”.

Da Padova, come riporta volleynews.it arrivan invece questo lungo pensiero: “Michele Pasinato non c’è più. 52 anni compiuti lo scorso 13 marzo, se ne è andato un amico, un padre premuroso, un apprezzato coach del settore giovanile bianconero e uno dei più grandi pallavolisti italiani di tutti i tempi. Un comunicato che non si vorrebbe mai scrivere, ma che è necessario per condividerne il ricordo con i tifosi, con i colleghi e con tutto il mondo dello sport. Ora i numeri e i trofei hanno un valore relativo, perché quello che oggi Padova piange è un Campione che ha dimostrato tali caratteristiche anche nella vita di tutti i giorni, lì dove gli abbracci, i consigli e il quotidiano lavoro in palestra insieme ai ragazzi valgono più di qualunque podio.
Il compito di chi rimane è quello di tenerne in vita la memoria, onorare il suo lavoro e associare al grande Paso un grande sorriso. Anche se, credeteci, in questo momento facciamo proprio fatica a mostrarvelo“.

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