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Short track, Pietro Sighel esalta il gruppo: "Non siamo stati condizionati dalla questione Fontana"

7 FEBBRAIO
ALTRI-SPORT/SPORT INVERNALI

L'azzurro ha trascinato nell'ultima prova di Coppa del Mondo la staffetta mista a un successo storico: "Ora puntiamo ai Mondiali di Seul".

SPORT TODAY

La tappa di Dresda è stata con ogni probabilità il manifesto del buon andamento in stagione dello short track, un movimento che ha saputo andare oltre le polemiche innescate dalla 'querelle' tra la Federazione e la stella Arianna Fontana, l'atleta azzurra più medagliata nella storia delle Olimpiadi, e valorizzare il giusto mix tra emergenti e veterani.

E' Pietro Sighel a fare il punto della situazione, dopo la vittoria nella staffetta mista in Coppa del Mondo, prima nella storia dell'Italia, e il secondo posto nei 1500 metri, migliore piazzamento individuale in carriera: "Ci voleva il week-end di Dresda per migliorare un'annata che ho vissuto tra alti e bassi" spiega ai microfoni di OA Sport "Non ho gareggiato sempre nella maniera che desideravo, ho commesso qualche errore e c'è stata una dose di sfortuna. Ad adesso il bilancio è positivo: dobbiamo fare bene ai Mondiali di Seul, in programma a marzo, la squadra ha dimostrato di poter competere con le avversarie principali".

E' il 'concetto' di squadra a rallegrare l'alfiere azzurro: "Noi giovani siamo un gruppo che si conosce dalle categorie juniores e io ho la fortuna di gareggiare assieme a mia sorella Arianna; siamo ben integrati con i veterani del gruppo". Un gruppo che sinora ha raccolto in Coppa del Mondo sei podi, dopo il bottino di un oro, un argento e tre bronzi degli Europei di Danzica, in cui Pietro ha vinto la medaglia più prestigiosa sui 500 metri, e che non ha risentito delle polemiche intorno all'ambiente, concernenti allenamenti resi problematici da compagni di squadra e aspetti economici: "E' una questione tra Arianna e la Federazione, non commento le polemiche; queste però non ci hanno condizionato nell'avvicinamento a Dresda e nelle prestazioni. La squadra si è concentrata sulle gare, le chiacchiere sono rimaste al di fuori".

Pietro 'veste' un cognome importante nel pattinaggio velocità: "Papà Roberto è stato il primo esempio, ho iniziato a pattinare da bambino; mi sono formato dal punto di vista agonistico sia nello short track che nello speed skating, ma il processo di maturazione che richiede il pattinaggio pista lunga è differente. Papà ha conquistato cinque medaglie iridate in età matura, nello short track i giovani possono avere obiettivi già ambiziosi: per questo i due bronzi ottenuti ai Mondiali juniores di Montreal nel 2019 mi hanno convinto a gareggiare sullla pista corta. Il sogno? Vincere a Milano-Cortina: gareggiare in casa in una Olimpiade è speciale, se seminerò bene potrò raccogliere i frutti“.

 

 

 

 

 

 

 

Pietro Sighel

Getty ImagesPietro Sighel

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