Quello che si sta per concludere è stato un anno che rimarrà nella storia per quanto riguarda le donne degli sport della neve: per la prima volta infatti tre nostre portacolori, Federica Brignone, Dorothea Wierer e Michela Moioli, hanno vinto la Coppa del Mondo in tre diverse discipline differenti.
Cominciamo dal trionfo più epocale, quello di Federica. Nello sci alpino femminile nessuna donna si era mai nemmeno avvicinata alla conquista della sfera di cristallo assoluta: Karen Putzer era arrivata seconda nel 2003 e Sofia Goggia terza nel 2017 ma entrambe ben lontane dalle vincitrici, rispettivamente la croata Janica Kostelic e la statunitense Mikaela Shiffrin.
La 30enne figlia di Ninna Quario (grande slalomista della prima Valanga Rosa degli anni settanta-ottanta), nata a Milano e cresciuta a La Salle, in Valle d’Aosta, è riuscita invece nell’impresa che tutti gli appassionati di sci alpino aspettavano e che soprattutto lei sognava fin dal’inizio della sua carriera in Coppa del Mondo, quando si classificò terza nel gigante di Aspen nel novembre 2009. Il suo obiettivo era sempre stato quello della polivalenza e di essere la migliore di tutte non nelle gare con le medaglie tipo Olimpiadi e Mondiali, ma alla fine della stagione, che è poi la cosa che conta di più.
Eppure, per scelte tecniche incomprensibili che si sono protratte per anni, ha rischiato di essere solo una forte gigantista con qualche incursione nello slalom, la specialità nella quale è sempre andata nettamente peggio rispetto alle altre. Solo dal 2015-2016 ha cominciato a gareggiare costantemente anche nella velocità e piano piano è migliorata fino ad arrivare a livelli di eccellenza in quasi tutte le specialità, comprese le combinate, la cui assenza quest’anno la penalizza decisamente.
La Coppa vinta l’anno scorso è dovuta sì all’assenza da febbraio in poi di Mikaela Shiffrin a causa della tragica morte di papà Jeff, e alla chiusura anticipata della stagione causa Covid-19, mai è un trofeo che Federica si è meritata ampiamente per la costanza che ha avuto in tutte le specialità e per la serenità che ha manifestato lungo tutto l’arco dell’inverno, inculcatale specialmente dal fratello Davide, che ufficialmente non fa parte dei quadri tecnici ma che la segue come un’ombra dai Mondiali di St. Moritz del 2017.
Wierer invece nella storia ci era entrata già nel 2019, quando era stata a sua volta la prima donna italiana a vincere la sfera di cristallo assoluta del biathlon, sport bellissimo e crudele nel quale si può passare in un istante dalle stelle alle stalle, o viceversa. Anche per lei, come per Federica, vale l’impressionante costanza di rendimento in tutti i format che oltretutto l’ha portata a vincere anche tre ori mondiali su tre distanze diverse negli ultimi due anni, uno a Ostersund 2019 nella mass start e due a casa sua, ad Anterselva, dieci mesi fa, nell’inseguimento e nell’individuale.
Per finire Moioli, forse il talento più cristallino tra le tre, nonché gemella diversa di Sofia Goggia, bergamasca come lei (Michela è di Alzano Lombardo, uno dei paesi più colpiti dalla prima ondata del Covis, Sofia di poco fuori Bergamo Alta), entrambe vincitrici dell’oro olimpico a PyeongChang 2018, Sofia nella specialità regina dello sci alpino, la discesa, Miky nella specialità più spettacolare dello snowboard, il cross. Per lei quella vinta con una gara d’anticipo lo scorso inverno è già la terza sfera di cristallo assoluta dopo quelle del 2016 e del 2018, e se non si fosse fatta male al ginocchio nella finale olimpica di Sochi 2014, quando a 18 anni era già in corsa per l'oro, forse ne avrebbe vinte anche altre.
Federica, Dorothea e Michela sono chiamate a una difficilissima riconferma quest’anno: la prima è salita sul podio già tre volte ma non ancora sul gradino più alto, la seconda ha vinto la prima gara stagionale ed è arrivata terza nell’ultima ma nelle altre ha fatto molta fatica, la terza non ha ancora potuto scendere in pista a causa delle cancellazioni delle prime gare in programma. Comunque vada a finire per loro questa stagione, queste ragazze sono il simbolo di uno sport italiano femminile che da tempo è pieno di straordinarie campionesse e che ormai si sta affermando a tutto tondo anche nelle discipline della neve e non più solo nello sci alpino, dove abbiamo da sempre la maggior tradizione, o nello sci di fondo, unico settore dove ora siamo in crisi ma nel quale in passato abbiamo avuto fuoriclasse assolute come Stefania Belmondo e Manuela Di Centa.
Getty ImagesFederica Brignone