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Tokyo, Pellegrini garibaldina: difende l'Italia per concludere in bellezza

26 GENNAIO
ALTRI-SPORT/NUOTO

La campionessa di nuoto è ormai certa: "Dopo i giochi mi ritiro, è finito un ciclo della vita"

SPORT TODAY

La campionessa di nuoto Federica Pellegrini non ci sta. L'azzurra, su Instagram, si è espressa riguardo la possibile sanzione che vedrebbe gli atleti italiani gareggiare senza inno e senza bandiera alle prossime Olimpiadi: "Non levateci mai il nostro tricolore dal petto". Una vera Garibaldina, che tiene davvero ai giochi di Tokyo, gli ultimi della sua straordinaria carriera. E la Pellegrini, ovviamente, vuole concludere in bellezza, partecipando come si deve all'Olimpiade di Tokyo e magari vincendo tante medaglie. Ecco l'intervista a Il Messaggero dove svela il suo futuro e i suoi sogni:

Come si sente dopo il Covid?
«Sapevo che avrei dovuto recuperare. Ho ricominciato ad allenarmi il 2 gennaio e al di fuori del nuoto non ho altri impegni. Devo recuperare la pausa forzata della malattia e il bagaglio che si porta dietro».

Cioè? Le manca il fiato?
«No, il problema vero è la stanchezza muscolare. Una settimana piena di dolori intensi ai muscoli te la porti tutta dietro. E meno male che non l’ho presa pesante».

[…] Dopo Tokyo si ritira davvero?
«Onestamente sì. Finisce un ciclo di vita: sarebbe dovuto finire l’anno scorso, lo chiudo in ritardo. Ho dato abbastanza. Per come sono fatta io andrei avanti per tutta la vita, ma sento di dover mettere un punto. Come donna, oltre che come sportiva».

Vorrebbe un figlio?
«Sì. È una cosa che sto rimandando, ma che avrei voglia di fare già da qualche anno. Direi che 33 o 34 anni sono l’età giusta. Non ho fretta, voglio prima chiudere i cicli della mia vita. Non voglio rimpianti né rammarichi. Per adesso mi faccio bastare i miei cani, Vanessa e Rocky».

Ma dopo Tokyo si sposa?
«Non è compito mio dirlo. Ci dovrebbe pensare qualcun altro».

Federica Pellegrini: “Covid? Il problema è il bagaglio che lascia”

Come si fa a costruire un’Olimpiade in una bolla sanitaria?
«Ho sperimentato le gare in bolla durante questo inverno. Gli atleti erano chiusi in albergo senza nessun contatto fra loro. Ogni giorno tamponi molecolari, spostamenti vigilati, non si poteva uscire dalla stanza per più di un’ora d’aria. Un incubo».

Quindi?
«Io penso che l’unica soluzione sia che il CIO imponga il vaccino agli atleti. Non c’è altro modo di fare le Olimpiadi in sicurezza».

Lo farebbe?
«Se l’alternativa fosse non partecipare alle Olimpiadi, di vaccini me ne farei pure tre».

Si dice che abbia un progetto per restare comunque nel nuoto: quale?
«Sto lavorando in questi mesi per organizzarlo, se ne parlerà il prossimo anno. Penso a una academy, una scuola di nuoto in cui insegnare. Ora va molto di moda, non è mica un’idea solo mia».

 

Federica Pellegrini

Getty ImagesFederica Pellegrini, portabandiera alle Olimpiadi 2016

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