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Federica Pellegrini e lo stato dell'arte dello sport Azzurro con i Cinque Cerchi all'orizzonte, le riflessioni della 'Divina' sono raccolte da 'La Gazzetta dello Sport': "Ragiono da atleta, non mi preoccupa che nessuna squadra sia qualificata ai Giochi Olimpici; da fuori sembra poco, ma quando vivi sul campo l'avvicinamento sai che tempo per recuperare c'è. Obiettivo 40 medaglie a Parigi? Quando gareggiavo non amavo parlare di risultati, adesso perseguo per scaramanzia a non azzardare i pronostici: al di là delle prospettive che abbozzi su un foglio, sono gli atleti a incidere. A Parigi spero di esserci da mamma, sono stati tre anni intensi: vedere gli altri preparare i Giochi Olimpici emoziona e regala una tensione positiva, non è trascorso in fondo molto tempo dal mio ritiro".
Atletica e nuoto non sono le stesse che hanno brillato in Giappone: "Cambiare a un passo dai Giochi Olimpici è rischioso, mi è capitato; dipende dalla storia dell'atleta, continuare a non avere risultati o a convivere con gli infortuni, come è accaduto a Marcell, non è facile da accettare. Il cambiamento stimola, è rischiare in positivo. E' stata l'estate di Tamberi, ha vinto tutto: è stato molto bravo. Ha dato lustro all'atletica che, come il nuoto, ha faticato dopo i Giochi di Tokyo: I Mondiali di Fukuoka non sono andati bene come i precedenti, ma ce lo aspettavamo; i veri Mondiali sono stati quelli dell'anno scorso e a febbraio ci sarà un'altra edizione. Bisogna tenere conto degli atleti in acqua, adesso c'è la storia di russi e bielorussi: sono stati sì riammessi, ma i militari, che sono i migliori, no. I miei 200 sl sono gara difficile, all'estero è diventata di un incredibile livello; spero di non aspettare 33 anni per passare il testimone ricevuto dalla Calligaris".
Come Jacobs, le nubi mediatiche si sono addensate su Egonu e Sinner, questo il punta di vista della portabandiera a Rio 2016: "Voglio parlare con Paola, a volte le cose sono strumentalizzate e non si capisce se se ne sia andata, o sia stata esclusa; ciò che esce sui giornali è sempre una piccola parte. Julio Velasco? Sono favorevole, una presenza riconosciuta dagli atleti è fondamentale per la 'squadra'. Le calciatrici vivono un momento no, si riprenderanno. Sinner? Essere una bandiera Azzurra è questione di appartenenza, di orgoglio, di responsabilità: un atleta forte deve dare al Paese il guizzo in più che ha".
Getty ImagesFederica Pellegrini