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Langer compie 40 anni di Masters: "Nessuno sport è come il golf"

10 APRILE
ALTRI-SPORT/GOLF

Il tedesco: "Se muovo la palla chiamo un arbitro e mi faccio dare due colpi di penalità, dove altro succede?".

SPORT TODAY

Per Langer sono 40 anni di Masters, ma all'età di 64 anni il tedesco non ha assolutamente voglia di smettere: "Come in un puzzle è la combinazione di tanti pezzi. Un buon Dna, un fisico atletico e un talento speciale per lo sport, tutti gli sport: calcio, sci, tennistavolo, atletica. Correvo veloce, lanciavo la palla lontano, avevo un’ottima coordinazione, mi piaceva e riuscivo bene. Ma non basta, occorrono lavoro e dedizione sotto tutti gli aspetti, ti servono un buon coach, un bravo caddie e una solida famiglia, devi affrontare alti e bassi, superare questi ultimi e imparare dagli errori, come nella vita", riporta La Gazzetta dello Sport. 

Nel 1972 Langer è diventato professionista e oggi è sempre più innamorato del golf: "È uno sport da gentlemen giocato secondo le regole, non ce n’è un altro così: se muovo la palla chiamo un arbitro e mi faccio dare due colpi di penalità, dove altro succede?".

Langer conosce meglio di tutti Augusta, Masters in corso: "Tornare qui tante volte aiuta a capire come attaccare le diverse posizioni di bandiera, tassativo piazzare la palla sotto la buca per avere un putt meno complicato in salita. E poi bisogna sbagliare dalla parte giusta per darsi una chance di recupero, ma non è semplice. Il campo è cambiato tanto dagli anni ‘80 e ‘90, allora non c’era rough, solo fairway e alberi; ciò che contava era piazzare il secondo colpo.

Poi hanno aggiunto migliaia di piante e dal rough è più complicato fermare la palla sul green, dunque il primo colpo è diventato più difficile quanto fondamentale. Naturalmente l’evoluzione del golf ha regalato anche una miglior lettura del campo grazie a caddie molto professionali e a mappette create ad arte con i gps, ma nulla sostituisce la sensibilità che devi avere qui".

Quasi diecimila colpi ad Augusta, Langer ricorda ancora il più bello: "La domenica del Masters 1993, il mio secondo titolo, alla buca 13 (par 5) ho giocato un magnifico drive e poi il ferro 3 più bello della mia vita, sull’acqua, a cinque metri dall’asta. Ho imbucato per l’eagle e ho incrementato il vantaggio verso la vittoria. Buca preferita? E' proprio la 13, magnifica alla vista mentre cammini in mezzo al fairway (1600 azalee a bordo campo, ndr.), esattamente come dev’essere una buca, che presenta rischi e ricompense, che premia il bel colpo e punisce l’azzardo. Qui devi decidere se giocare prima del Rae’s Creek, il fiumiciattolo che l’attraversa davanti al green, oppure attaccare. Dall’eagle al disastro è un attimo". 

Langer

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