_atrk_opts = { atrk_acct:'ryZiw1Fx9f207i', domain:'sport-today.it',dynamic: true};(function() { var as = document.createElement('script'); as.type = 'text/javascript'; as.async = true; as.src = 'https://certify-js.alexametrics.com/atrk.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0];s.parentNode.insertBefore(as, s); })();
(function(w,d,s,l,i){w[l]=w[l]||[];w[l].push({'gtm.start': new Date().getTime(),event:'gtm.js'});var f=d.getElementsByTagName(s)[0], j=d.createElement(s),dl=l!='dataLayer'?'&l='+l:'';j.async=true;j.src= 'https://www.googletagmanager.com/gtm.js?id='+i+dl;f.parentNode.insertBefore(j,f); })(window,document,'script','dataLayer','GTM-T4S39TC'); grecaptcha.ready(function() { grecaptcha.execute('6LeaCm0lAAAAAJk-8YrUcXgyA81YOGqyzEgCTWkN', {action: 'pageview'}).then(function(token) { var score = token.score; var dataLayer = window.dataLayer || []; dataLayer.push({ 'reCaptchaScore': score }); }); });Dopo la medaglia d'oro ai Mondiali di Budapest nel salto in alto, Gianmarco Tamberi non può che essere al settimo cielo: “Mi sento un umano che ha battuto i supereroi”. Poi arriva la dedica speciale: “Dedico questa medaglia a mio papà, con cui non parlo da un po'. E' pazzesco, tutti i sacrifici sono ripagati. In queste manifestazioni so di poter dare il meglio”.
L'azzurro spiega: “Sono rimasto concentrato divertendomi. Il mio segreto è essere me stesso. Sapevo che il 2.36 era un match point. Mi sono caricato di tante responsabilità, non è stato facile separarmi da mio padre. Ho vinto una nuova sfida, è stato un percorso che mi dà energia".
L'euforia è davvero tanta per Tamberi: "E' pazzesco, è una sensazione indescrivibile. Non riesco a sentirmi dire che sono campione di tutto. Dico grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato. Ho fatto un grande riscaldamento, uno dei migliori della mia vita. Il mio segreto è essere me stesso in pedana. Ha funzionato. In tanti avevano dubbi sul cambio di coach, l'oro è merito anche di mio padre". Continua a raccontare l'impresa nei dettagli. "Conoscevo gli avversari, sapevo che poteva servire più di 2,38 per vincere. Ho cercato di essere me stesso in pedana, di rimanere concentrato e a 2,36 mi sono reso conto che era un possibile match point. Se c'è un'opportunità, devi mettercela tutta. Mi sento ripagato di tutti i sacrifici fatti, so quanto ho investito nel mio team e questo non è uno sport individuale, se c'è un lavoro di squadra che richiede tanta dedizione. Quando si cambia guida tecnica dopo dodici anni si esce dalla comfort zone e la paura è tanta, mi sono caricato di tante responsabilità. Mio padre mi ha insegnato a saltare, quello che ho fatto oggi è anche grazie al percorso condotto insieme a lui. Non è stato facile separarmi da lui, digerire un cambiamento del genere, non ci parliamo da tanto tempo ma è merito anche di quello che mi ha insegnato. Devo ringraziare Giulio Ciotti e Michele Palloni per come si sono approcciati a questa nuova sfida, un team affiatatissimo".
Getty ImagesGianmarco Tamberi