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Antonella Palmisano: "Il silenzio di papà la mia più grande vittoria"

2 SETTEMBRE
ALTRI-SPORT/ATLETICA

La marciatrice azzurra, oro ai Giochi di Tokyo 2020, si è raccontata in una lunga intervista a "Repubblica"

SPORT TODAY

Antonella Palmisano, regina della marcia azzurra e oro nella 20 km di marcia a Sapporo ha trionfato a Tokyo mettendosi al collo la medaglia del metallo più pregiata.

L'azzurra si è raccontata in una lunga intervista rilasciata a "Repubblica".

Con ironia e allegria, la pugliese, che ammette di non essere troppo tagliata per il relax ripercorre la gara dell'Olimpiade: "Intanto il tempo che ci ho messo, imprecando, per sistemare il fiore di mamma, che era pesantissimo e pendeva sempre da una parte. In genere mi servono quaranta minuti per raccogliere la mia chioma. Poi, in gara, nella mia testa visualizzavo il percorso. Alla fine, quando ero ormai prima, ho pensato per un attimo di tornare indietro a raccogliere il tricolore che portavo al collo e mi era caduto, ma ho lasciato perdere”. 

E poi un pensiero sul conflittuale rapporto con il padre: "Mio padre mi ha sempre ostacolato, criticava il fatto che andassi ad allenarmi, e io ho voluto sempre contrastarlo, mi ha fatto diventare testarda. Quando vincevo, aveva qualcosa da notare ogni volta, la partenza o il finale che non andava mai bene. Mi ha anche stimolato, spingendomi a non rimanere a casa. Dopo l’oro di Tokyo gli ho fatto: “Prova a dirmi qualcosa”. Non mi ha detto niente. Il suo silenzio è stata la mia vittoria”. 

E poi su cosa sia per lei la marcia spiega: "Significa sentirmi in armonia col corpo, coi miei pensieri, con la natura. Dedicare tempo ai miei tempi, perché ormai viviamo troppo accelerati con questi cellulari, si dice “cogli l’attimo”, ma ormai è impossibile. Tutte queste sensazioni le ritrovo quando mi alleno nella pineta di Ostia".

Antonella Palmisano

Getty ImagesAntonella Palmisano

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