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Le spese Rai per il Festival: quanto costa Sanremo?

18 GENNAIO
Non solo Sport/Sanremo

Musica, ma non solo. È proprio il caso di dirlo, perché la kermesse canora più amata (e discussa) dagli italiani rappresenta da anni la fonte di spesa, ma anche di incassi, più significativa per l'emittente di stato.

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Tenersi al passo con i tempi sul piano della comunicazione, ma confezionando un prodotto né troppo moderno, né troppo classico. Questo è ciò che viene richiesto al moderno mondo dell’entertainment televisivo se l’obiettivo è allestire uno spettacolo in grado di soddisfare le esigenze di tutta la famiglia e, di conseguenza, di macinare ascolti. Un’impresa ai limiti dell’impossibile nell’era della crisi della tv generalista. Non è un caso, allora, se in casa Rai la tendenza da anni sia ormai quella di indirizzare gli sforzi più significativi sul piano della produzione economica sul Festival di Sanremo. Sì, proprio quello show che dura cinque giorni all’anno e che in tanti dichiarano di non guardare, ma al quale alla fine, magari solo per una serata o per una porzione di essa, uno sguardo lo danno tutti.

D’accordo, la musica non sarà più al centro della scena come un tempo, ma proprio perché si parla di uno spettacolo specchio dell’evoluzione dei tempi si tratta di una conseguenza normale. Negli ultimi anni la satira tradizionale ha lasciato spazio sul palco dell’Ariston alla tv utile, alle interviste verità e al sociale. Tutte licenze che Mamma Rai ha potuto e può prendersi grazie agli ascolti garantiti dal Festival, in aumento anno dopo anno in particolare durante l’era Amadeus. E nel mondo dello spettacolo, per tradizione, ottenere il consenso del pubblico significa garantire più dividendi per chi quello show lo produce. I ricavi della macchina Sanremo sono quindi inevitabilmente collegati ai costi, che tuttavia non si limitano ai cachet di conduttori e ospiti.

Sanremo 2023, Amadeus vara la spending review

Ma insomma: quanto "costa" Sanremo? Le voci da sommare sono tante. Anche se può sembrare strano a dirsi, la spesa più rilevante per la Rai riguarda la convenzione con il Comune di Sanremo, che vale poco meno di 5 milioni all'anno, dal momento che l'emittente non ha strutture stabili in città ed è annualmente ospite del Teatro Ariston.  A seguire ci sono, appunto, gli ingaggi di chi calca il palco… senza cantare (o per lo meno senza farlo in gara). Per l’edizione 2023 non ci sono ancora cifre ufficiali, ma Amadeus, giunto alla quarta edizione consecutiva da presentatore e direttore artistico, sembra essere riuscito a far quadrare ancora i conti con un risparmio di circa il 5% rispetto al 2022. Il direttore artistico ha finora incassato tra i 500.000 e i 600.000 euro per ciascuna edizione, cifra alla quale vanno aggiunti i cachet di Gianni Morandi, che affiancherà Ama in ciascuna delle cinque serate, e delle co-conduttrici, il cui numero quest’anno scenderà di un’unita: da cinque a quattro, grazie al bis di Chiara Ferragni, che sarà di scena nella serata inaugurale e in quella conclusiva, seguita e preceduta da tre donne appartenenti a sfere professionali diverse, l’attrice Chiara Francini, la giornalista Francesca Fagnani e la pallavolista Paola Egonu. La signora Fedez ha già annunciato la volontà di devolvere in beneficenza il proprio compenso, che per due serate dovrebbe attestarsi sui 100.000 euro, comunque più del doppio dei circa 25.000 guadagnati dalle co-presentatrici del 2022. Sul fronte dei super ospiti ci saranno distinzioni: Al Bano, Massimo Ranieri e i Pooh dovrebbero attestarsi sui 50.000 garantiti lo scorso anno a Cesare Cremonini, Laura Pausini, Checco Zalone e Fiorello, la medesima entità del gettone dei cantanti in gara (ovviamente per tutte e cinque le serate). Potrebbe sfiorare i 100.000 euro la voce spesa per i Black Eyed Peas, unici ospiti stranieri di quest’edizione.

Sanremo, tutto ha un costo: anche la sicurezza

Queste sono però solo le spese più note. L’allestimento di Sanremo richiede infatti anche tante altre voci di investimento, magari meno significative a livello economico, ma ugualmente indispensabili affinché la macchina organizzativa funzioni alla perfezione non solo in ogni minuto delle cinque (lunghissime) serate, ma anche in ciò che le precede e le accompagna a livello mediatico, tra collegamenti tv, conferenze stampa, affitto di auto e minivan con relativi autisti e la doverosa sicurezza da garantire ai protagonisti, insieme a un minimo (di più non è possibile…) di privacy, che sarà assicurata da pronto soccorso e vigilanza armata. Qualche esempio? Circa 30.000 euro saranno investiti per carburante e gruppi elettrogeni, 50.000 euro è la cifra stanziata per effettuare i servizi di ronda, mentre poco meno di 10.000 ne serviranno per presidiare i pullman della Rai, da utilizzare per i collegamenti con tg e altre trasmissioni di approfondimento e che verranno posti in Piazza Colombo dove sarà allestito un palco.

Il "business" Sanremo: dagli sponsor al turismo, i ricavi doppiano le spese

Tra varie ed eventuali Sanremo arriverà quindi a costare circa 17 milioni. Troppo? Il dibattito è datato, ma va detto che il merito principale di Amadeus è stato quello di rischiare: meglio un super-ospite internazionale in meno, con relative spese, e un cantante giovane in più, magari della sfera trap o indie, in grado di catalizzare l’interesse delle fasce d’età più giovani, con relativo guadagno di audience sui canali social e su Rai Play, dove è più facile la fruizione di contenuti extra e momenti salienti. Ok. Ma detto dei costi, Sanremo è anche in grado di far fatturare. E tanto. Come qualsiasi impresa pure l’emittente di stato non può permettersi di produrre un evento così imponente senza la garanzia di un adeguato ritorno economico o per dirla in termini calcistici di… plusvalenza. Perché saranno anche e solo canzonette, ma, per tornare a quanto detto all’inizio, nell’era della tv moderna il Festival non può fallire la missione ascolti, in primo luogo perché quei cinque giorni incidono da soli per il 5% sui ricavi annuali dell’emittente, ma anche per non deludere i tanti che su questo show investono, a partire dalle aziende pubblicitarie e dagli sponsor. 

A tale proposito nel 2023 debutterà Banca Ifis, che ha preso il posto della storica Tim come main sponsor e che potrebbe contribuire a un ulteriore incremento degli incassi pubblicitari, che nel 2022 hanno sfondato quota 42 milioni. A tal proposito la Rai, proprio sulla scia dei successi delle ultime tre edizioni, punta ad aumentare gli ascolti del 10% rispetto allo scorso anno, con relativo incremento del 15% delle tariffe pubblicitarie. In generale, dopo gli anni bui della metà dello scorso decennio (incassi pari alla metà delle spese), nell’era Amadeus la Rai è sempre riuscita a garantirsi un utile grossomodo pari alla cifra investita, con una crescita costante nel triennio tra i 37 e i 39 milioni di entrate rispetto ai 17-19 milioni investiti. Una vera impresa ripensando anche all’edizione 2021 svoltasi a teatro vuoto a causa della pandemia di Coronavirus

Ultima, ma non per importanza, la voce turismo. La Liguria sa emozionare anche d’inverno, così una vacanza durante la settimana sanremese non può che avere prezzi non esattamente modici. Per una stanza d’albergo possono essere necessari anche più di 150 euro, mentre per un abbonamento all’Ariston per le cinque serate ne servono 1200 e per una galleria 650. “Sanremo è solo per ricchi” l’indignato commento sui social. Amara verità, ma Mamma Rai fa spallucce: dal vivo o dalla tv, l’importante è che Sanremo venga visto. E che se ne parli.

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