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Sanremo, tutte le curiosità

18 GENNAIO
Non solo Sport/Sanremo

Il Festival della Canzone Italiana nasce per rilanciare il Casinò della Riviera, ma incontra il favore del pubblico e diventa così, tra icone e polemiche, evento televisivo e fatto di costume.

SPORT TODAY

7-11 febbraio: il sipario è pronto ad alzarsi e a calare sul Teatro Ariston, dove ormai dal 1977 si tiene il Festival di Sanremo: la principale kermesse musicale, giunta alla 73^ edizione, ha traslocato allora dal Casinò cittadino e questa non è che una delle curiosità attinenti a una gara canora che è appuntamento di costume e spettacolo che 'ingloba' sponsor cui garantire ritorno pubblicitario, una salsa nazional-popolare che gli italiani, anche quelli che dicono di non seguire l'evento, assaporano con gusto. 

Sanremo, le origini

Sanremo cercava nell'immediato dopoguerra un festival che rilanciasse il Casinò della Riviera e dopo un paio di tentativi andati a vuoto Amilcare Rambaldi, ex partigiano che amava la musica e commerciava fiori, fu convincente: una gara canora era preferibile a una sfilata di moda e a un torneo internazionale di bridge.

Si cominciò nel 1951: era la sede ideale per rilanciare il Festival canoro proposto già a Viareggio, perché a mezza via tra Milano, dimora delle case discografiche, e Torino, dove gli studi Rai avrebbero fatto la differenza a partire dal 1955, allorché trasmisero la serata finale, accendendo l'interesse del pubblico, che aveva risposto tiepidamente alla radio.

Nel corso degli anni si sono alternati i contributi dell'orchestra, ritornata in auge nel 1990 con Adriano Aragozzini dopo gli anni delle basi musicali (dal 1976) e del playback (dal 1984) e delle varie giurie, ci sono state le cartoline e la graduatoria Totip, le giurie demoscopiche e le giurie di qualità, sino al televoto che ha colonizzato Sanremo come un Talent (già scimmiottato per via di cantanti spesso vittoriosi negli ultimi tre lustri).

Sanremo, le canzoni

Se agli inizi era rimarcato che la competizione fosse tra canzoni, al punto che 3 cantanti (Achille Togliani, il Duo Fasano e Nilla Pizzi) eseguirono le prime 20 canzoni della storia, dal 1972 si decise, dopo anni di doppia esecuzione (cantante italiano, più cantante straniero), di affidare una canzone per artista.

La concorrenza di norma non ha allestito contro-programmazioni serie, ma alcune serate sanremesi sono riuscite a capitolare di fronte a Grande Fratello (2004) e I Cesaroni (2008);

I principali compensi per gli ospiti stranieri sono stati questi: 500mila euro Hugh Grant, 450mila euro John Travolta, 350mila euro Jennifer Lopez; hanno beneficiato in massimo grado della loro partecipazione Adriano Celentano (750mila euro), Roberto Benigni (250 mila euro) e Antonio Cassano (150mila euro) tra gli italiani.

Sanremo, le curiosità

Una sottigliezza non solo grammatica è l'esatta grafia del luogo: si scrive Sanremo e non San Remo, e il patrono cittadino è San Romolo; dal 2011 Sanremo ha ricominciato a designare il cantante che rappresenterà a maggio l'Italia all'Eurovision (non accadeva dal 1998), nel frattempo sono proliferati premi, al Martini (critica) si affiancano adesso il Bigazzi (arrangiamento), il Bardotti (testo), l'Endrigo (esecuzione), il Dalla (sala stampa).

L'inventore della dinamite (e fondatore di uno dei premi più famosi al mondo) Alfonso Nobel trasferì il proprio laboratorio a Sanremo, dove morì: l'abitazione del chimico (denominata Villa Nobel) è un museo aperto al pubblico.

Sono Al Bano, Milva, Peppino Di Capri e Toto Cutugno gli 'aficionados' della manifestazione: ognuno di loro vanta 15 presenze a Sanremo; 6 vincitori (Arisa, Dorelli, Emma, Morandi, Oxa e Pizzi) sono poi saliti sul palco nella veste di presentatore.  

Amilcare Rambaldi diede alla sua città un ulteriore contributo a partire dal 1971, inventando il Club Tenco (ristretto alla canzone d'autore): dopo il suicidio di Luigi Tenco, avvenuto nel 1967 in un albergo a seguito della bocciatura di 'Ciao amore ciao', ci doveva essere un 'volano' per questo genere di nicchia, affinché il pubblico potesse conoscere coloro che non gareggiavano all'evento cosiddetto ufficiale.

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