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Polemiche per il pavé al Tour, Gouvenou difende gli organizzatori

6 LUGLIO
CICLISMO

Il direttore di corsa della Grande Boucle ha spiegato perché A.S.O. abbia deciso quest’anno di riproporre in una tappa le temibili pietre del nord.

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“Ogni volta che siamo in una regione piatta, cerchiamo di trovare il modo di vivacizzare la corsa. A volte proviamo a cercare il vento vicino alla costa e a volte cerchiamo il pavé che accenderà la prima settimana e farà registrare dei distacchi”.

È questo il motivo di fondo, svelato da Thierry Gouvenou, dietro alla scelta fatta dagli organizzatori del Tour di inserire nel tracciato 2022 una tappa col pavé, presenza questa che è stata molto dibattuta e criticata nelle ultime ore.

“L’ultima volta non ci sono stati grandi distacchi ma quest’anno spero in qualcosa in più. Questo è il motivo per cui ho inserito settori più lunghi. Questa è la differenza principale e può cambiare le cose. L’accumularsi di lunghi settori può provocare delle fratture e spero che avremo i primi veri distacchi mercoledì ad Arenberg” ha continuato il direttore di corsa del Tour nel tentativo di spegnere le polemiche sorte sulla decisione presa dagli organizzatori.

“Ho sentito un po’ di chiacchiere sulla questione e non mi piace. Ci sono rischi dappertutto. Anche le tappe in Danimarca hanno avuto dei rischi, la partenza del Tour è sempre un gioco con il rischio. Puoi perdere corridori dappertutto” ha ribadito lucidamente Gouvenou.

“L’altra ragione per cui facciamo questo è che hai bisogno di compagni differenti per il vento e per le pietre. E questo vuol dire averne meno per le montagne. Quando hai meno scalatori e meno squadre in grado di supportare i capitani in salita, è una buona cosa per il Tour”.

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