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La previsione di Egan Bernal sul suo futuro

21 FEBBRAIO
CICLISMO

"In questo momento mi sento un ciclista, mi sento un atleta e per me il ciclismo è il mio stile di vita"

SPORT TODAY

A quasi un mese dal terribile incidente che lo ha costretto a svariate operazioni, Egan Bernal si racconta e parla di quello che sarà il suo futuro senza dimenticare i momenti più drammatici, e anche più felici, vissuti in questo percorso. Il vincitore del Tour de France ha ricordato quei lunghi minuti in cui era a terra e attendeva l’ambulanza e poi il suo risveglio in ospedale.

Il ciclista colombiano è piuttosto lucido nel racconto, non omette dettagli ricostruendo ogni istante del suo calvario, partendo dal momento in cui è arrivato il medico della squadra che sulla strada ha stabilizzato la frattura del femore attraverso una specifica manovra e poi l'intervento dei suoi compagni di squadra.

"Ero sulla bici da cronometro insieme agli altri ragazzi della squadra - ha spiegato Bernal - stavo andando a 58 chilometri orari. Poi ho iniziato a aumentare ed era 59, 60, 61, 62 e quando ho visto quella velocità è stato il momento in cui mi sono schiantato contro l'autobus".

Attimi incredibili, conditi da tantissimo dolore: il campione della Ineos Grenadiers ha raccontato del terribile dolore, il più forte mai provato nella sua vita e di come abbia implorato sia il medico della squadra che poi il personale dell’ambulanza di addormentarlo. "Ricordo che non riuscivo a respirare, ma pensavo che fosse normale in quel momento e cercavo di mantenere la calma, ma l’aria non tornava e sentivo che stavo per svenire. Volevo farmi togliere il casco ma il nostro medico non ha voluto e  ho capito che dovevo ascoltarlo. Ero ancora con un piede attaccato alla bici e la gamba mi faceva malissimo e quando l’ho vista beh..., c’era l’osso che era venuto tutto fuori e ho capito di aver rotto il femore. Mi hanno sistemato l’osso e ho sentito un dolore lancinante, ma penso che questa manovra mi abbia permesso di perdere meno sangue e arrivare in ospedale in una situazione meno grave. Ricordo il dolore di quei momenti e chiedevo continuamente qualcosa che lo placasse, ma ho dovuto attendere l’arrivo in ospedale".

Dopo le complesse operazioni subite, Bernal ha iniziato subito a dare segni di miglioramento, ma sa perfettamente che il suo percorso sarà lungo e completamente in salita. Questo non spaventa il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia, perché ama il ciclismo e sa di essere stato fortunato e che per lui adesso è iniziata una seconda vita. "Sarà un processo molto lungo, ho già attraversato una fase molto difficile, ma ci saranno altre fasi che richiederanno tutta la mia pazienza e che saranno piuttosto dolorose e questo mi preoccupa, ma so che devo essere grato per questa opportunità. Voglio tornare al mio stato migliore, ho fiducia, non so perché, ma penso di potercela fare e penso che sarà tutto sommato un processo veloce. I medici mi rimproveravano quando dicevo loro che sarebbe stato veloce, so che non posso dire se sarà un anno, dieci anni, sei mesi o tre mesi. Se vuoi raggiungere la luna devi puntare al sole e io lo sto facendo. Sono un ciclista, se non salissi più su una bicicletta non saprei cosa fare. Sicuramente inizierei a fare altro, ma in questo momento mi sento un ciclista, mi sento un atleta e per me il ciclismo è il mio stile di vita".

 

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