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Dramma al Giro di Polonia: ciclista in coma, grave un reporter

5 AGOSTO
CICLISMO

Fabio Jakobsen cade e viene travolto da altri corridori: è in condizioni gravissime.

SPORT TODAY

Un gravissimo incidente ha funestato i primi giorni di attività del mondo del ciclismo, uno degli sport più condizionati a livello di calendario dalla pandemia di Coronavirus.

La volata della prima tappa del Giro di Polonia, a Katowice, è stata infatti caratterizzata da una brutta e drammatica caduta. 

Diversi i coinvolti, tra i quali anche un giudice di gara, le cui condizioni sarebbero state definite gravi, ma la situazione peggiore è quella che riguarda Fabio Jakobsen, velocista olandese, classe ’96, professionista dal 2018, che è stato intubato e posto in coma farmacologico dai sanitari a titolo precauzionale. Lo sfortunato sprinter è andato a sbattere contro le transenne, rimanendo incastrato, per poi carambolare sull'asfalto e venire travolto da altri corridori.

A scatenare tutto è stata la condotta di gara di Dylan Groenewegen, anch’egli poi finito a terra, che ha spostato la propria traiettoria verso le transenne, allargando anche il gomito e chiudendo il rivale che stava rimontando. La caduta di Jakobsen ha provocato un effetto domino che ha fatto cadere molti altri corridori. Tra i coinvolti della caduta, infatti, oltre a un fotoreporter, ci sono anche altri ciclisti: Jasper Philipsen, Marc Sarreau e Damien Touzé, tutti ricoverati in ospedale. La vittoria è stata assegnata dalla giuria, a tavolino, proprio a Jakobsen, mentre Groenewegen è stato squalificato.

Le condizioni di Jakobsen sono molto gravi. Queste le parole della dottoressa Barbara Jerschina, medico della corsa: "Abbiamo fatto tutto il possibile. Le condizioni sono critiche perché Jakobsen ha un grave trauma cranico. È in pericolo di vita. La caduta ha provocato lo schiacciamento del palato e delle vie respiratorie. Il problema è che ha perso tanto sangue. Speriamo di vincere questa battaglia”.

Durissima la reazione di Patrick Lefevere, ex corridore negli anni ’70, ma da oltre 30 anni apprezzato dirigente. Il general manager della Deceuninck Quick-Step, la squadra di Jakobsen, è stato molto duro nel giudicare quanto accaduto, puntando il dito verso Groenewegen: “Non c’è spazio per azioni simili nel ciclismo”.

Secca anche la presa di posizione di Remco Evenepoel, su Twitter: “Certi corridori dovrebbero essere squalificati a vita”.
 

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