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"Ho disputato soltanto 12 giorni di gara, metà del solito. A febbraio ho contratto il Covid, curato a casa senza problemi apparenti. A contagio concluso, dopo essere risalito in bici, il tracollo: una notte sono stato così male che ho detto a mia moglie di chiamare l’ambulanza. Deliravo. I problemi alle vie respiratorie sono durati giorni e giorni. Mi sentivo uno straccio".
E poi: "Credo che molti di noi abbiano sottovalutato l’infezione cercando di recuperare troppo in fretta, non a caso tanti colleghi sono fuori uso ora. Per questo, conclusa la Coppa & Bartali sono venuto in altura invece di gareggiare: volevo riprendermi completamente".
Nibali, proprio per questo ha chiarito di non essere ancora al top della forma fisica e ha svelato i suoi prossimi impegni: "Correrò le quattro tappe siciliane, poi Freccia Vallone e Liegi, e poi volerò a Budapest per la partenza del Giro d’Italia. Negli anni ho imparato a fare buon viso a cattivo gioco: devi cavartela con quello che hai".
Non si hanno poi certezze sul resto della stagione. Dovrebbe fare il Giro d'Italia e in forse c'è il Tour de France: "Ho deciso che dopo l’arrivo a Verona metterò un punto e deciderò il da farsi. Correre Giro e Tour significherebbe di fatto terminare la stagione a Parigi e invece io vorrei concluderla in maniera diversa, magari preparando bene il Lombardia che ho già vinto due volte".
Non si sbilancia nemmeno sul ritiro, non avendo idea, per sua stessa ammissione, di cosa fare: "Non riesco a pianificare il mio ritiro, come fanno altri atleti, a dire il giorno X dopo la corsa Y sarò un ex corridore. Penso a un finale che arrivi all’improvviso, ma non ho ancora capito da cosa dovrebbe essere ispirato".
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