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“Sembra un cliché, ma i miei sentimenti sono molto contrastanti e provo emozioni divergenti in questo momento – spiega – Sono triste, ovviamente, per il fatto di lasciare la Jumbo dopo sette anni, una grande squadra. Me ne vado senza una sola parola negativa da dire sul loro conto, dopotutto è una grande organizzazione all’interno della quale ho grandi amici. Sono, però, anche molto entusiasta della mia nuova avventura. Con la UAE tutto è stato davvero positivo e accogliente”.
Il trentunenne neozelandese prosegue nel suo racconto: “La UAE ha già una squadra molto forte, e quando hai un elemento come Pogačar la gente inizia a correre solo per assicurarsi che tu perda. L’ho visto con Primož Roglič nella Jumbo, così finisci per avere bisogno di una squadra che sia clamorosamente forte e piena di leader che si comportino come compagni di squadra”.
La Jumbo aveva una visione diversa per me rispetto alla UAE. Questo è ciò che è accaduto. Non ho avuto improvvisamente un enorme aumento di stipendio, mi hanno convinto maggiormente per la visione che hanno su di me. Mi volevano per dare una mano a Tadej al Tour de France e per puntare sui miei risultati. Mi sono seduto con Merijn e ho fatto una lunga chiacchierata e lui ha appoggiato la mia decisione di cambiare aria. Ha detto che aveva capito perché me ne stavo andando. Mi conosce da così tanto tempo e ha capito le motivazioni. “Non posso credere che sto dicendo questo, ma sostengo la tua decisione” mi ha detto. Ha anche aggiunto che c’è sempre un posto per me”.
Getty ImagesLottoNL-Jumbo rider George Bennett