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Ciclismo, è morto Davide Rebellin: travolto e ucciso da un camion

30 NOVEMBRE
CICLISMO

L'ex campione è deceduto dopo un incidente stradale mentre si allenava in bici nel vicentino. Si cerca l'autista.

SPORT TODAY

Davide Rebellin è morto oggi, mercoledì 30 novembre, in seguito a un incidente stradale mentre si allenava con la sua bici. L'ex campione, che aveva deciso di interrompere la sua lunga carriera solo quest'anno, è deceduto a soli 51 anni poco prima di mezzogiorno lungo la Regionale 11, a Montebello Vicentino, all'altezza del bar ristorante "La Padana".

Rebellin è stato travolto e ucciso da un camion che stava per uscire dallo svincolo. Il mezzo pesante si è poi allontanato. Infatti, l'autista non si è fermato per prestare soccorso e forse non si è nemmeno accorto dell'accaduto. Una volta intervenuto il Suem 118, non si è potuto far altro che constatare la morte dell'ex campione di ciclismo.

I carabinieri sono intanto al lavoro per ricostruire la dinamica e ritrovare il conducente del camion. Rebellin, che aveva chiuso la carriera a metà ottobre con la partecipazione alla Veneto Classic, ha vinto nel 2004 nel giro di otto giorni Amstel Gold Race, Liegi-Bastogne-Liegi e Freccia Vallone, conquistata poi altre due volte. Oltre a una tappa al Giro d'Italia.

Queste le prime reazioni dal mondo delle due ruote: "Rimango tremendamente scioccato nell'apprendere questa triste notizia", ha commentato sui social Vincenzo Nibali, a lungo compagno di nazionale.

L'ex CT Cassani, si è detto senza parole. "Non è il primo a morire in bici per strada e non sarà neanche l'ultimo. Sono triste, perché abbiamo perso uno che dopo trent'anni di bicicletta aveva smesso di correre un mese fa. E' atroce: uno che dedica la sua vita alla bicicletta dopo un mese che si ritira va in giro in bicicletta e perde la vita. Ricordo quando abbiamo corso insieme nel '94 e '95, andammo a fare un allenamento alle Canarie e nonostante lui fosse un giovane e io avessi dieci anni in più, quando si tornava in albergo lui 'allungava' sempre. È sempre stato un professionista esemplare. Viveva per correre in bicicletta, gioiva così: era un silenzioso, non l'ho mai visto arrabbiarsi".

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