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Giulio Ciccone è pronto alla ripresa della stagione ciclistica, e in un'intervista ad oasport.it ha fatto il punto della situazione: "Dopo lo stop forzato non vedevo l’ora di poter tornare ad allenarmi su strada. Ho passato qualche settimana in Abruzzo, a trovare la mia famiglia, e poi sono tornato a Monaco per proseguire la preparazione. Tutto è filato liscio. Ora, in ritiro, siamo finalizzando il lavoro per farci trovare pronti fin dai primi appuntamenti. Il rodaggio in gara, a cui siamo sempre stati abituati, non esisterà. Abbiamo un tour de force di tre mesi nei quali dobbiamo tenere un livello di condizione sempre molto buono. Non sarà facile, ma sto bene e ho una voglia matta di correre”.
“Sarà un calendario prettamente italiano, salvo cambiamenti in corsa. Farò il pieno di classiche italiane, come Trittico, Milano-Torino, Milano-Sanremo, Gran Piemonte, Lombardia, Emilia e Campionato italiano. Poi la Tirreno-Adriatico, con la speranza di una chiamata di Cassani per il Mondiale, e il Giro d’Italia”.
L'obiettivo al Giro è in primis quello di aiutare Vincenzo Nibali: "L’obiettivo di tutti, in squadra, è aiutare Vincenzo a vincere la maglia rosa. E non direi ‘semplicemente’ perché sarà un’esperienza importantissima per crescere e migliorare. Poi, se ci saranno occasioni per giocare le mie carte in qualche arrivo, ci proverò. Ma la classifica la curerà Vincenzo e io sarò al suo fianco".
Ciccone non nega di puntare a diventare un corridore da grandi corse a tappe: "Credo di aver già dimostrato una discreta tenuta sulla tre settimane, ma so di dovere e poter ancora crescere. In questa stagione la grande occasione per mettermi alla prova a fare classifica sarebbe stata la Vuelta a España. Occasione sfumata, purtroppo. Quest’anno lo vedo come un anno importante per imparare da un maestro come Vincenzo. Chi, meglio di lui, può darmi consigli per gestirmi un grande giro?".
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