La leggenda dello snooker Ronnie O'Sullivan è scoppiata in lacrime ricordando nel documentario "Ronnie O'Sullivan: The Edge of Everything" le ultime parole del padre prima di essere incarcerato per omicidio. Un fatto che risale al 1992, lo stesso anno in cui il figlio divenne professionista: allora, O'Sullivan Snr. fu messo dietro le sbarre per omicidio e trascorse i successivi 18 anni in prigione prima di essere rilasciato nel 2010.
Un giovane O'Sullivan, che oggi è considerato il più grande giocatore di snooker di tutti i tempi, ha sofferto molto per l'incarcerazione del padre e in un nuovo docufilm a lui dedicato ha rivelato la sua reazione quando ha sentito le sue ultime parole di suo padre prima di andare in prigione. Oggi 47enne, "Rocket" ha rivelato: «Mio padre veniva portato via, era stato condannato, ha guardato mia madre e ha esclamato 'Dì al mio ragazzo di vincere'. Questo è quanto, 30 anni fa», ha aggiunto O'Sullivan scuotendo la testa visibilmente commosso e provato.
Sono seguiti i problemi di dipendenza e di salute mentale, ma O'Sullivan non ha voluto usare quello che è successo a suo padre come una scusa: «La cosa più sana da fare per me era probabilmente smettere di giocare a snooker. Ma non l'ho fatto, mi sono sentito costretto a continuare. Era un sogno, ma ripensandoci è stato anche un incubo. Non ero bravo a tenere tutte queste cose chiuse dentro di me. La gente poteva vedere che stavo implodendo. Se mi fossi davvero sfogato, mi avrebbero rinchiuso».
O'Sullivan Snr. si è assunto gran parte della responsabilità. Il padre di Ronnie ha aggiunto nel documentario: «Sapevo cosa stava passando. Ho visto tutti i suoi tornei di snooker, nei momenti brutti e in quelli belli, sono stato al telefono con lui, in prigione. E ho sentito l'angoscia che provava, quando crollava completamente al telefono. Di solito mettevo giù il telefono, completamente a pezzi. In gran parte è stata colpa mia. Lui diceva che ne aveva abbastanza, che voleva mettere giù la stecca». O'Sullivan è riuscito comunque a costruire la più grande carriera, ha aggiunto O'Sullivan scuotendo la testa visibilmente commosso e provato.
Sono seguiti i problemi di dipendenza e di salute mentale, ma O'Sullivan non ha voluto usare quello che è successo a suo padre come una scusa: «La cosa più sana da fare per me era probabilmente smettere di giocare a snooker. Ma non l'ho fatto, mi sono sentito costretto a continuare. Era un sogno, ma ripensandoci è stato anche un incubo. Non ero bravo a tenere tutte queste cose chiuse dentro di me. La gente poteva vedere che stavo implodendo. Se mi fossi davvero sfogato, mi avrebbero rinchiuso».
O'Sullivan Snr. si è assunto gran parte della responsabilità. Il padre di Ronnie ha aggiunto nel documentario: «Sapevo cosa stava passando. Ho visto tutti i suoi tornei di snooker, nei momenti brutti e in quelli belli, sono stato al telefono con lui, in prigione. E ho sentito l'angoscia che provava, quando crollava completamente al telefono. Di solito mettevo giù il telefono, completamente a pezzi. In gran parte è stata colpa mia. Lui diceva che ne aveva abbastanza, che voleva mettere giù la stecca». O'Sullivan è riuscito comunque a costruire la più grande carriera nella storia dello snooker e rimane tuttora il volto di questo sport.
Getty ImagesIl fenomeno dello snooker Ronnie O\'Sullivan