_atrk_opts = { atrk_acct:'ryZiw1Fx9f207i', domain:'sport-today.it',dynamic: true};(function() { var as = document.createElement('script'); as.type = 'text/javascript'; as.async = true; as.src = 'https://certify-js.alexametrics.com/atrk.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0];s.parentNode.insertBefore(as, s); })();
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L'atleta italiano si racconta: “Nuoto olimpico e paralimpico sono due mondi paralleli che avanzano assieme ma che restano ognuno con la propria autonomia e identità. Hanno molte differenze, ci sono molti atleti che condividono allenamenti e percorsi con i colleghi normodotati della Nazionale. Abbiamo l’onore di vivere un’era d’oro del nuoto italiano, la Federazione Paralimpica ha portato tanto”.
Aggiunge: “Insieme alla Spagna, l’Italia è una nazione che si concentra molto sulla realtà paralimpica. Questo aiuta molto il movimento, spero che anche i miei successi facciano crescere il movimento per far emergere tante eccellenze. Ho visto, col passare del tempo, che sempre più persone si avvicinano a questa realtà, spero si possa allargare ancora di più il mondo paralimpico italiano”.
La realtà paralimpica ora ha tecnici non più prestati, ma dedicati: “Il mio allenatore è stato sempre affascinato da questa realtà, perché costringe l’allenatore a rompere delle barriere o conoscenze sul nuoto che non necessariamente sono le stesse di un atleta non normodotato. Il modo di lavorare è molto diverso, anche i tempi di recupero. La parte tecnica ha bisogno di tanti adattamenti: è qualcosa di molto affascinante per aiutare i tecnici a pensare fuori dagli schemi”.
Cosa manca al movimento per essere più specializzato: “Innanzitutto, anche a seconda della gravità, per una classe con una disabilità abbastanza impattante ad esempio cinque secondi diventano un distacco che non è tanto nonostante sia tanto per quanto lo può essere per il nuoto tradizionale. Ci sono oscillazioni anche più impattanti causate da conseguenze di tanti fattori. Dipende dalle classi: la mia è molto numerosa, circa 180 atleti, il che ha alzato anche il livello medio. Ma dipende da gare e periodi, comunque. Essendo un programma più ristretto il nuoto paralimpico si specializza su più gare per coprire il più possibile”.
Le vittorie hanno permesso a Simone Barlaam di raggiungere l'autonomia: “Dopo Tokyo per un paio di mesi sono stato sotto i riflettori. Grazie a quell’impresa mi sono sudato dei privilegi, sono diventato autonomo. L’attenzione mediatica di vincere una Paralimpiade non la dà nient’altro, la maggior parte del pubblico si sveglia solo nell’anno olimpico o paralimpico”.
Getty ImagesSimone Barlaam