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Il successo di domenica nel Palio di Provenzano esalta la Selva e soprattutto il 38enne Giovanni Atzeni, in arte 'Tittìa' (onomatopea che richiama la sua esclamazione rivolta al freddo nelle stalle mattutine): il fantino sardo nato in Germania porta difatti il suo filotto personale a quota 5: è il suo 10o successo in 36 corse senesi.
E' una vera e propria leggenda da queste parti 'Tittìa', che ha confessato a 'La Repubblica' una vita da fantino e i suoi segreti: "Quando sono uscito dalla 'mossa', che è stata lunga 45' e perciò difficile, speravo di avere un buon posto al canapo e mi è andata bene; avevo il favore del pronostico e un cavallo forte (Violante da Clodia), con cui avevo già vinto in una occasione, una posizione sbagliata avrebbe compromesso tutto quello che faceva pensare a un buon risultato. Se ho paura? Quando sei in gara non hai per nulla paura, quella è permessa fino al mattino della corsa: quando arrivi al campo, è una questione di vita o morte, alla paura subentra la fame di vincere".
Un mito come Aceto, altro fantino originario dell'Isola, è nel mirino quanto meno numerico: "Lui ha smesso a 52-53 anni e vinto 14 Palii; ogni vittoria cambia in meglio la vita e la carriera, io punto a fare bene anno per anno, mantenere il favore del pronostico già nel prossimo Palio. Più in alto vai, più ci sono aspettative e più la caduta è fragorosa".
Questo fa la differenza tra Siena e le altre corse ('Tittìa' ha vinto per esempio tre volte il Palio di Asti): "La storia millenaria, è il massimo per un fantino: questa piazza è unica, perché c'è la spinta delle contrade e di tutta la città; è una sfida conosciuta ovunque, la competizione è tra i fantini migliori al mondo. Ho vinto con tante contrade, porto rispetto a ognuna e ne ricevo una sorta di tranquillità: quando scende il canapo, ognuno però fa il suo. E' stato Trecciolino a portarmi a Siena, io correvo piccoli Palii da minorenne in Sardegna, papà ha sempre avuto cavalli da corsa, lui è emigrato in Germania, dove sono nato, come muratore e conosciuto così mia mamma".
La chiosa è dedicata alla vita da fantino, e da amante dei cavalli: "Ho una scuderia, ma ho troppi cavalli, ho perso il conto ormai: 18 sono da gara, 2 hanno fatto l'ultimo Palio, gli altri sono da ippodromo, Vorrei dire a chi contesta il Palio che Siena ama i cavalli, per chi ha scuderie i cavalli sono come figli; la mattina alleno 6-7 ore i miei da corsa e la sera mi alleno, ma la preparazione non basta, è importante il talento naturale".
Getty Images\'Tittìa\' nella storia del Palio di Siena