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Mike Tyson diventa il più giovane campione del mondo dei pesi massimi della storia

22 NOVEMBRE
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Esattamente 37 anni fa il pugile americano superò il giamaicano Berbick al secondo round per k.o. tecnico entrando negli annali del pugilato

SPORT TODAY

22 novembre 1986, mentre in Italia è piena notte - sono le 4.30 del mattino - l'America si ferma: milioni di appassionati e non sono incollati davanti ai teleschermi per assistere a un match di pugilato destinato a rimanere nella storia, quello che la stampa chiama come "il giorno del giudizio". Il giovanissimo Mike Tyson, non ancora Iron Mike, sfida il giamaicano Trevor Berbick, campione Wba, per il titolo dei pesi massimi. Non ci sono dubbi, gli Stati Uniti tifano per la giovane promessa cresciuta a Bedford Stuyvesant, il quartiere più malfamato di Brooklyn, dove s'impara presto a rubare e usare il coltello per sopravvivere. C'è però una voce, e che voce, fuori dal coro: si tratta di Muhammed Alì, che proprio da Berbick fu battuto nell'ultimo incontro della sua carriera, il quale ritiene che abbia «troppa più esperienza di Tyson, e vincerà ai punti, ma può riuscirci anche prima del limite»

Tyson, non proprio uno sconosciuto ma...

In effetti Mike, orfano di padre e che a soli 12 anni è già stato arrestato decine di volte finendo in riformatorio, ha debuttato da professionista solo a marzo dell'anno precedente ad Albany mandando k.o. Hector Mercedes al primo round. Un metro e ottanta centimetri per oltre cento chili, Tyson è un vero e proprio ciclone in grado di abbattersi sugli avversari senza lasciarvi scampo: ha vinto 25 dei 27 match disputati per k.o. (18 alla prima ripresa) e gli altri due ai punti. Nonostante la giovanissima età, ha già guadagnato oltre sei miliardi e battendo Berbick incasserebbe altri 1500 milioni: una cifra che uno come lui, diventato grande troppo presto e cresciuto nelle difficoltà, non può lasciarsi sfuggire. Lo deve a Cus D'Amato, colui che lo scoprì in riformatorio e lo educò come pugile e come uomo, scomparso il 4 novembre dell'anno prima, sulla cui tomba ha giurato che sarebbe diventato campione del mondo dei pesi massimi. Lo deve a mamma Lorna, anch'essa volata in cielo quando lui era poco più che un bambino. E poi ha l'opportunità di diventare il più giovane campione dei pesi massimi della storia stabilendo il record che ora appartiene a Floyd Patterson che salì a ventuno anni compiuti sul trono più alto. 

L'esperienza di Berbick

Dall'altra parte del ring, però, c'è l'esperienza di Berbick, professionista dal 1976. Il giamaicano classe 1954 di incontri ne ha però combattuti pochi, appena 36, ​​vincendone 31 (un pareggio e quattro sconfitte) ed è imbattuto dal 1983. Gran sinistro, ottima resistenza (nel 1981 fu il primo pugile a rimanere quindici riprese in piedi di fronte a Larry Holmes), può mettere in difficoltà il talento esplosivo di Mike Tyson che, temprato dalle difficoltà dell'adolescenza e dalla morte di D'Amato e di mamma Lorna, le persone più importanti fin qui della sua giovane vita, ha dedicato anima e corpo al pugilato. 

A Las Vegas nasce una stella

L'America punta su di lui e fa bene, perché il ragazzo di Bedford Stuyvesant colpisce in maniera incredibile e costringe l'avversario ad alzare bandiera bianca al secondo round per k.o. tecnico. Tyson è una furia e Berbick va subito in affanno venendo letteralmente sommerso dai colpi dello statunitense. Riesce però ad arrivare alla seconda ripresa: un'impresa niente male vista la fine che avevano fatto i precedenti avversari di Mike. Il secondo round è un'agonia per il giamaicano, che va giù una prima volta ma si rialza immediatamente durante il conteggio dell'arbitro. Passano pochi secondi e il 32enne va ancora giù. Si rialza, ricade, si rialza un'altra volta. Alla fine interviene l'arbitro che gli evita guai peggiori e decreta la vittoria di Tyson, diventato così a soli 20 anni, 4 mesi e 22 giorni il più giovane campione dei pesi massimi della storia. Un record che dura ormai da 37 anni e che difficilmente verrà battuto. Muhammed Alì si sbagliava, gli americani e i bookmaker hanno puntato sul cavallo vincente. La chiosa della tv americana è quasi una profezia: «Al Las Vegas Hilton di Paradise Road è nata una stella».

22 novembre 1986, Mike Tyson sfida Trevor Berbick per il titolo dei pesi massimi

Getty Images22 novembre 1986, Mike Tyson sfida Trevor Berbick per il titolo dei pesi massimi

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