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Al Corriere della Sera, Filippo Tortu ha svelato il rapporto con i suoi compagni di staffetta: "Con ciascuno è diverso, e come i campioni del Mundial ‘82 condividiamo una chat. Al villaggio olimpico di Tokyo ho diviso la camera 1104 con Fausto Desalu, il compagno che mi ha passato il testimone. È una delle poche persone con cui sto bene sia parlando molto che non rivolgendoci la parola: significa che il livello di confidenza è alto, cosa che non mi capita spesso. Entrambi eravamo delusi dopo le gare individuali. Ci siamo riscattati insieme".
A proposito di staffetta, recentemente si sta parlando di chi sarà l'ultimo a correre nei 400 metri. A Tokyo 2020 è stato Tortu, ma in futuro si potrebbe cambiare: "È un discorso venuto fuori da certe interviste di Jacobs, con Marcell ne abbiamo parlato a settembre, al Gran premio di Monza. Entrambi vogliamo vincere tanto con la staffetta, ci schiereremo nel modo migliore per riuscirci. Al prof Di Mulo ho sempre dato la mia totale disponibilità: dove mi vuole, mi mette. Ma io so che la frazione dove rendo di più, per come sono fatto, è l’ultima".
Infine, Tortu ha messo in chiaro la sua volontà di essere competitivo sia nei 100 che nei 200: "La prima gara non esclude l'altra, faccio gli scongiuri. È dalla categoria allievi che provo a preparare il mezzo giro di pista, tra infortuni e imprevisti è successo di tutto. Sogno di essere competitivo in entrambe le distanze: l’esperienza di Tokyo mi dice che devo puntare anche a tempi che prima reputavo impossibili. L’oro olimpico non è un caso, è un inizio".
Getty ImagesMarcell Jacobs e Filippo Tortu dopo la vittoria in staffetta a Tokyo 2020