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Stano esordisce con una battuta: “La marcia è “tacco e punta”, la Puglia è il tacco d’Italia: non poteva che finire così. Nella nostra regione, soprattutto fino a qualche anno fa, c’era carenza di strutture. Pensare all’endurance, alla strada, è sempre stato più semplice. A seguire è subentrato lo spirito di emulazione. 20 e 35 insieme? Sarà l’ultima occasione, visto che dai Giochi di Parigi avremo una sola prova individuale. Voglio sfruttarla. Il fastidio al gluteo non è scomparso, ma non mi limita. E sebbene quest’anno abbia raccolto poco, sto bene. Pensando a Parigi le maggiori attenzioni saranno sulla 20 km, ma mi butterò anche nella 35. Seguirò l’istinto".
La Palmisano arriva da mesi difficili ma a Budapest vuole essere protagonista: “Cinque mesi fa sono stata sul punto di gettare la spugna, di smettere. Giovedì, invece, partirò per i Mondiali dove, a 32 anni compiuti domenica, non andrò per partecipare. Due giorni fa ho fatto l’ultima infiltrazione, il dolore c’è, ma lo gestisco e anche se qualcosa in fatto di preparazione mi manca, potrò essere protagonista. Le altre? Per me non esistono, penso solo a me stessa. Poi so che le cinesi, la peruviana Garcia Leon doppia iridata e la spagnola Perez saranno le favorite. Non farà caldo: i ritmi saranno alti”.
Queste le parole di Fortunato: “Noi tre, pur arrivando da località diverse e con qualche anno di differenza, siamo cresciuti insieme, stimolandoci a vicenda. Il contesto sfavorevole, per assurdo, ci ha favoriti. Nella 20 ci saranno 8-10 atleti da medaglia: mi metto nel novero. I più pericolosi? I giapponesi, il brasiliano Bonfim, lo spagnolo Martin e lo svedese Karlstrom che doppieranno. Io non sarò l’uomo da battere ma non mi sento inferiore a nessuno. Il podio? A certe condizioni potrebbe anche bastarmi finire tra i primi otto. Tutti vorranno stare davanti, sarà una gara nervosa: sarà decisivo leggerla bene”.
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