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Il valore della prestazione va al di là del risultato, che di per di sé è il migliore del biennio: "L'Italia ha firmato un'impresa a metà tra il folle e il geniale, di sicuro poco pronosticabile alla vigilia iridata; un'impresa che arriva a quarant'anni di distanza dall'argento che ottenne a Helsinki, nella prima edizione del Mondiale, il quartetto Tilli-Simionato-Pavoni-Mennea. E' il secondo capolavoro di una staffetta che ha conquistato l'oro ai Giochi di Tokyo: quella magica serata era stata seguita dalle delusioni di Europei e Mondiali 2022, quando gli Azzurri vennero esclusi dalla finale; questo gruppo in realtà non si è mai sfaldato, è rimasto unito anche nelle sette gare tra Tokyo e Budapest. Dopo lo strepitoso 37"50 in Giappone, non si era più scesi sotto i 38": la semifinale in Ungheria era stata l'avviso al mondo che Rigali-Jacobs-Patta-Tortu c'erano (37"65), la finale è stata il punto esclamativo".
La staffetta si alimenta del lavoro di chi partecipa ai raduni e magari non si gode sempre la luce dei riflettori e rilancia le ambizioni verso Parigi di un stella frenata da qualche acciacco: "I ragazzi sottolineano sempre che si vince e che si perde in otto atleti, titolari e riserve; radunarsi, passarsi il testimone un pomeriggio intero in pieno agosto a Roma è l'occasione per stare insieme, parlarsi, caricarsi. La definizione ideale è quella di Jacobs, una Squadra che è una 'famiglia'. Non ha sbagliato una scelta, coraggiosa che fosse, il professor Filippo Di Mulo, responsabile della velocità rientrato in Federazione nel 2017; da allora il settore velocità ha ripreso vigore. Ha confermato Jacobs in seconda frazione e Tortu in ultima, come all'Olimpiade, e si è inventato Patta sulla curva finale e Rigali sui blocchi; non ha mollato chi aveva deluso, i vari Desalu, Jacobs, Tortu.. Poi c'è il Capitano che motiva tutti col suo esempio, quel Tamberi che ha invertito la rotta di questi Mondiali: ci lasciano un'altra certezza, Marcell sa ancora fare il fenomeno, basta stia in salute".
Getty ImagesTortu