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Antonio La Torre, direttore tecnico dell'Italia di atletica leggera, parte però dalla maratona che è in corso in questi minuti: “La maratona è entrata nel vivo presto oggi, le condizioni ambientali sono diverse: l’umidità è molto alta, ma la temperatura è fra i 22 e i 23 gradi, quindi accettabile”.
Si passa alla staffetta maschile: “La buona notizia è che abbiamo totalmente ritrovato Marcell Jacobs e credo che ieri sera abbia fatto capire che difenderà il titolo di campione olimpico l’anno prossimo, ieri l’hanno capito proprio tutti. Che dire invece di Filippo Tortu: non ha perso mezzo centimetro da Noah Lyles, avete visto tutti come si è trasformato. Questo rende ancora più inspiegabile, detto con molto affetto, la sua prestazione sui 200. In ogni caso questa performance in staffetta ci dà la dimensione di come prima o poi si sbloccherà anche lì. Rigali e Patta: complimenti ai tecnici personali, ma soprattutto al professor Di Mulo e a Giorgio Frinolli. Il clima in questa squadra è splendido, Grosseto è stata la svolta e ieri è arrivata la dimostrazione“.
Aggiunge: “Ieri è stato bellissimo l’abbraccio tra gli otto staffettisti in call room, perché voglio ricordare anche Fausto Desalu, Marco Ricci, Samuele Ceccarelli, Lorenzo Simonelli. Filippo Tortu ha chiamato tutti in gruppo perché è come se tutti e otto fossero entrati in pista e a momenti alterni tutti hanno fatto parte di questo progetto. Dietro solo agli Stati Uniti e davanti alla Giamaica: questo ci fa continuare a lavorare con questa filosofia. Jacobs è stato aiutato dal gruppo e lui ha portato il suo talento all’interno di questo gruppo. Credo che la consistenza di questa spedizione non sia solo nelle quattro medaglie, ma nel numero dei finalisti. Poi sono arrivati ottimi segnali dal mezzofondo, ci sono tanti giovanissimi come Larissa Iapichino e Mattia Furlani: possiamo arrivare a Parigi dimostrando che non è stata solo fortuna e concentrarci su quello che non è andato in questi Mondiali. Il quarto posto della 4×100 femminile è qualcosa a tutti gli effetti di storico e credo di non esagerare“.
Getty ImagesFilippo Tortu