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Marcell Jacobs è un po' arrugginito con la staffetta ma la voglia di fare bene è tanta: “Contento di essere qui, anche perché era da Tokyo che non prendevo parte alla 4×100 e devo dire che mi è mancata parecchio. Mi è mancato il gruppo, stare insieme, fare le esercitazioni che facciamo di solito. Siamo determinati e preparati per questa staffetta, stiamo lavorando bene e in questi due giorni ho provato i cambi: c’è un ottimo feeling, la pista è veloce, ci possiamo divertire. Nei 100 metri è una stagione in cui il livello medio si è alzato moltissimo. Ci sono state tante sorprese, con l’esclusione di Kerley dalla finale. Si vedeva che Lyles era in gran forma, anche se dopo la semifinale avrei scommesso qualcosa di più su Coleman, ma era una gara aperta”.
Per Filippo Tortu la delusione è ancora calda: “Dopo l’eliminazione in batteria sui 200 metri, le ultime 24 ore sono state davvero lunghe. Sono molto deluso, amareggiato perché avevo in testa ben altri obiettivi. Mi è servita la vicinanza della squadra, semplicemente lo stare insieme. Nel pomeriggio di ieri, pur senza allenarmi, sono andato insieme a loro al campo: mi è stato utile per superare quello che ho fatto ieri e per concentrarmi su domani. C’è in gioco una finale, nessuno di noi l’ha mai corsa ai Mondiali finora in staffetta, dobbiamo essere in grado di fare una grande gara per conquistare la qualificazione. Possiamo valere qualcosa di meglio rispetto al 38.04 di un mese fa a Grosseto, dove i cambi non erano perfetti. Il primo obiettivo è un crono che ci permetta di andare in finale, e non sarà facile, poi ci sarà quello di andare a prenderci una medaglia. Almeno cinque o sei squadre sembrano davanti a noi, dagli Stati Uniti alla Giamaica, dal Canada campione in carica a Gran Bretagna e Giappone, ma andremo in pista per lasciarne dietro quante più possibile. Nell’atletica contano i tempi: se corri piano, come ho fatto io ieri, esci. Se invece vai forte, forte passi il turno”.
Getty ImagesMarcell Jacobs e Filippo Tortu dopo l\'oro in staffetta a Tokyo 2020