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Jacobs, una frazione verso il futuro: "Un argento importante per me"

28 AGOSTO
ALTRI-SPORT/ATLETICA

L'olimpionico sui 100: "Ero più teso che a Tokyo, non devo sovraccaricare quando il mio corpo parla, in fondo quest'anno nessuno ha corso in 9"80".

SPORT TODAY

La posizione d'onore alle spalle degli imprendibili statunitensi è motivo d'orgoglio e trampolino di rilancio per Marcell Jaccobs, che lascia Budapest soddisfatto, nonostante l'eliminazione dalla finale sui 100: "Da secondo frazionista vedi la gara, io ero un po' contratto rispetto alla batteria, ma il cambio con Patta è stato filante; ero più teso che per la mia gara individuale a Tokyo, quando Filippo è partito ci siamo messi tutti a urlare. Con lui parlavamo di oro in staffetta: sapevamo che potevamo mettere tutti dietro, tranne gli Stati Uniti, ma loro sbagliano molto e così è stato, ma non abbastanza; ci resta più della medaglia la consapevolezza di poter fare meglio, non tutti i cambi sono usciti alla perfezione, si può limare ancora".

Il quartetto Azzurro non ha deluso le aspettative e la sua stella messo al collo la prima medaglia in una rassegna iridata, ritrovando voglia di agonismo: "Mi sento rianimato, ho corso più in questi giorni che in tutto l'anno; venivo da due mesi di incognite e me ne vado con una scioltezza ritrovata, ho vissuto un passaggio fondamentale e nonostante il percorso accidentato non mi sono nascosto. I battibecchi sono un gioco, servono per creare interesse; mi ha fatto piacere che Lyles abbia detto che con me non sarebbe stato così facile vincere i 100: i giamaicani sono spariti dalla pista, l'han presa male. Sotto le bandiere non ci siamo detti nulla, abbiamo celebrato l'argento: è una gioia più intensa rispetto l'oro di Tokyo, siamo entrati agitati per la pressione di dover dimostrare che ai Giochi non era stato un caso. La staffetta c'è entrata nel cuore, stavolta poi c'era il pubblico. Per me è una medaglia importante, è la prima in un Mondiale".

E' fondamentale impostare la nuova stagione al meglio, perché c'è l'oro sui 100 da difendere ai Giochi Olimpici di Parigi: "Dopo la gara di Parigi sapevo di avere tempo per lavorare e su quello ho investito, a Monaco stavo per crollare: senza una diagnosi ai fastidi, con nuove possibili cause da testare, mi sono sentito perso. Ho lavorato a livello mentale: ho imparato a visualizzare le gare per non essere disorientato; devo imparare ad ascoltare il mio corpo, è piuttosto sensibile e parla chiaro. Dopo le Indoor ho fatto solo una settimana di vacanza e poi mi sono messo a spingere, così ho sovraccaricato. In futuro mi devo prendere delle pause, il mio personale sui 100 è 9"80 e nessuno l'ha fatto quest'anno, rivoglio il mio posto".

Marcell Jacobs

Getty ImagesArgento in staffetta, prima medaglia a un Mondiale

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