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Questa la spiegazione du coach Camossi: "In un primissimo tempo l’intenzione era far esordire Marcell al meeting di Tokyo di domenica 8 maggio, per ripartire da dove aveva terminato, in una sorta di omaggio. Poi, considerando il lungo viaggio e le sette ore di differenza di fuso orario, in vista di una stagione tanto impegnativa e con la trasferta di Eugene dietro l’angolo, avevamo preferito rinunciare.
Da lì l’idea di una ripartenza inedita, sui 200 del meeting di Savona del 18. Appuntamento confermato: ma con l’anteprima di Nairobi. Il perché è presto detto: il trasferimento, rispetto a quello per Tokyo, sarà più breve e confortevole, il fuso orario ridotto a un’ora e, soprattutto, perché tutti i parametri ci dicono che Marcell sia già in un’ottima condizione, da provare a sfruttare subito al meglio. La prova in fondo, seppur con altre modalità, era in calendario da sempre: non ho timori a farlo gareggiare spesso. E averne due nelle gambe prima del grande scontro di Eugene non potrà che fargli bene".
"La scorsa edizione del meeting - ricorda Camossi - pur se a settembre inoltrato, sui 100 maschili, grazie allo statunitense Trayvon Bromell e allo stesso Omanyala, ha regalato i migliori crono dell’anno: 9”76 e 9”77 con vento a +1.2 m/s. È la conferma che a Nairobi si può andare decisamente forte. La presenza di Kerley poi, uno che in queste settimane ha già gareggiato molto ad alti livelli e che raramente sbaglia, sarà un bello stimolo. Come quella di Tortu che, come ha fatto vedere nel corso dei recenti raduni della staffetta, sta a sua volta molto bene: sarebbe bello avere due italiani al vertice anche in quest’occasione. E sia chiaro: Marcell non ha scelto di andare in Kenya perché già ci andava Filippo...", puntualizza il coach di Jacobs.
Camossi è fiducioso in vista del ritorno di Jacobs nei 100 metri: "Marcell in inverno ha corso tredici volte i 60, spesso prolungando l’azione e i lavori di questi giorni sono utilissimi anche per i 100. Se le condizioni meteo saranno favorevoli....". Si vedrà, sicuramente il campione olimpico non vede l'ora.
Getty ImagesMarcell Jacobs