Crippa: "Ci si dopa per fame e ignoranza. Antibo? Non ci parlo"

A La Gazzetta dello Sport, Crippa ha spiegato la sua scelta del Kenya per allenarsi: “Dopo le feste e gli impegni per le medaglie di Monaco il posto è perfetto per lavorare. Ci sono poche distrazioni. L’ho sperimentato lo scorso anno. Stavolta poi ho compagnia visto che fino al 17 novembre ci saranno anche i miei amici Ala e Osama Zoghlami”.

Sui prossimi obiettivi, Crippa ha le idee chiare: “Insieme ai gemelli Zoghlami abbiamo come primo obiettivo gli Europei di cross dell’11 dicembre a Venaria Reale, a Torino. Poi gareggerò alla BOclassic il 31 dicembre e al Campaccio il 6 gennaio. Successivamente tornerò qui per preparare l’esordio in maratona, tra fine febbraio e inizio marzo, ancora non so dove. Passando da un avvicinamento mirato fatto di 3000 e 5000, ai Mondiali di Budapest inseguirò un super 10000. Poi, per la stagione olimpica, vedremo”.

Il Campione d’Europa dei 10.000 metri ha affrontato anche il tema doping: “Oltre 20 atleti keniani dopati in questo 2022? Penso che coloro che barano siano molti di più. Come in Etiopia o in Uganda. Perché lo fanno? Per fame e ignoranza. Sanno i rischi ai quali vanno incontro, ma la voglia di emergere e di guadagnare è più forte. Spesso vengono tirati in ballo allenatori e manager: è un errore. Gli atleti si mettono nei pasticci da soli. Cosa ne penso del caso Adbelwahad? Ho un’idea, ma aspettiamo l’esito delle controanalisi. Non voglio espormi prima”. 

Su Totò Antibo, Crippa ha concluso con durezza: “Certi suoi commenti sul mio conto non mi sono piaciuti. ‘Deve crederci di più… Mi ha tolto i record grazie alle scarpe di nuova generazione e alle tecnologie… Io si che avevo l’allenatore giusto’. Rispetto lui e i campioni azzurri dell’epoca e spero un giorno di emularli. Però, oggi, non solo non chiederei loro consigli, ma con loro nemmeno vorrei chiacchierare”. 

Getty ImagesYeman Crippa