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Budapest, la star è Lyles: "Mi sono giocato tanto sui 100"

29 AGOSTO
ALTRI-SPORT/ATLETICA

La tripletta nello sprint era riuscita in un Mondiale solo a Maurice Greene e a Tyson Gay: "Ho retto la pressione, voglio rendere l'atletica davvero popolare".

SPORT TODAY

Nonostante i riscontri cronometrici si siano mantenuti a distanza dalle previsioni guascone (9"83 eguaglia il primato stagionale sui 100, ma non è 9"65, e sui 200 lo statunitense ha corso in 19"52), Noah Lyles è il solo atleta che ha firmato una tripletta tutta d'oro ai Mondiali di Budapest, con Alvaro Martin, Sha'Carri Richardson, Femke Bol, Faith Kipyegon e Maria Perez in scia a quota due.

"Sono felice, ho gestito la pressione e non ho fallito il mio obiettivo, non potevo fare di meglio; vincere la 4x100 è divertente, quando tutto funziona gli Stati Uniti sono imbattibili, perché siamo individualmente molto veloci. Centrare il tris iridato mi fa sentire speciale" spiega l'atleta che ha bissato i trionfi di Maurice Greene nel 1999 a Siviglia e di Tyson Gay nel 2007 a Osaka.

"Voglio che la gente sappia quanto corro forte, ma che ho una precisa personalità; desidero rendere l'atletica sempre più popolare, non c'è giorno in cui non ne discuta col mio agente.. Non ho paura a mettermi a nudo: racconto la mia infanzia difficile, i problemi di salute da adolescente, i momenti di depressione: molti dicevano che non ce l'avrei fatta, eccomi qui; le medaglie sono fondamentali affinché ci siano tifosi, poi servono le prestazioni che coinvolgano la gente, infine l'extra stadio: avvicinare i giovani, andare sul territorio, muoversi in diverse direzioni" spiega la sua vera ambizione a 'La Gazzetta dello Sport' "Nella musica ci sono star che hanno linee di abbigliamento, sono coinvolte nella moda, fanno fronte comune: da noi i campioni del passato non conoscono quelli di adesso e viceversa e i meeting nazionali sono pochi e strutturati male. Si devono conquistare le tivu, altrimenti baseball, football e basket avranno sempre il sopravvento; perciò me la sono presa con l'NBA: odio quando i vincitori si autoproclamano campioni del mondo, gli USA non sono il mondo".

Per il classe 1997 c'è infine da portare avanti il testimone della velocità: "Dopo la staffetta mi sono rivolto a Marcell, ho detto che senza lui e Kerley vincere ha altro sapore; spero di sfidarlo con una buona condizione. Se sono il nuovo Bolt? Nel meeting di Kingston mi ha invitato ad insistere e a coinvolgere la gente in nome dell'atletica; mi sono giocato molto sui 100, c'era un pronostico aperto, i 200 erano miei da due edizioni, non potevo perdere".

Noah Lyles

Getty ImagesTripletta d\'oro a Budapest

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