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Andrew Howe, lunghista e velocista azzurro, dice la sua a LaPresse sul razzismo e sui simboli del Black Lives Metter dopo il caso Koulibaly scoppiato ieri nella partita tra Fiorentina e Napoli:
"Non se ne può più. Credo che ormai i giocatori di colore se lo aspettino quando entrano in campo e il senso di tutto questo è ridicolo. Il gesto simbolico di inginochiarsi era fondamentale, perchè le persone si devono rendere conto che ora è il momento di dire basta. Ma quel gesto prima delle partite è stato ormai dimenticato, non importa più niente a nessuno. Bisognerebbe farlo sempre, magari lo facessero ad ogni partita [...] Oltre al gesto dell'inginocchiarsi bisogna trovare anche delle altre soluzioni, magari chiudere le curve, le tifoserie, lo stadio. Ormai ci sono le possibilità per intervenire, individuare le persone e sanzionarle a dovere. Oggi ci sono troppi estremi, bisogna trovare il centro che si è completamente perso. Bisogna sempre denunciare, chi fa il razzista deve subirne le conseguenze", ha aggiunto. "Questa cosa va insegnata da sempre, fin da piccoli. Il calcio è uno sport che fa 'rosicare' facilmente e la prima cosa che vanno a trovare le persone ignoranti è insultare e sfociare tutto nel razzismo. La gente pensa che dire queste cose sia pure 'fico', ma sono ridicoli e fanno pena. Serve fare qualcosa. L'ignoranza è grande. E non ce ne rendiamo conto abbastanza. Il calcio è lo sport nazionale per eccellenza ed è un po' lo specchio della nostra popolazione. E' una situazione che va avanti da troppo tempo, si deve sanzionare in modo serio e duro. E' tutto ridicolo e fa ribrezzo".
Getty ImagesAndrew Howe