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La crescita dell'atleta corre di pari passo tra tecnica e fiducia in se stessi: "Un anno fa entravo in pedana con istinto, ora punto sulla consapevolezza, uso maggiormente il cervello e il cuore; ho cambiato ritmica di corsa, aumentando velocità e forza, e messo dentro passi in volo che non avevo nelle gare Indoor qualche mese fa. Non sento pressione: come si fa ad avere paura di una cosa bella e semplice come la vita?".
Il tema pressione non scalfisce dunque il teen-ager di casa nostra, gestito da genitori che conoscono gli impegni agonistici: "Difficile staccare con molti impegni ravvicinati, ci si gode gli affetti; sono contento di provare a coincidere sport e scuola, da quest'anno seguo lezioni private. Il mio mito sportivo per la mentalità è Kobe Bryant: sono fortunato ad avere mamma Khaty, è come un angelo custode; avere come genitori due ex atleti è fantastico, perché scindono alla grande i due ruoli. Tra un anno gli Europei si terranno a Roma, spero di arrivarci con un'altra stagione così per poter sognare tranquillamente".
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