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Un'esperienza intensa, nel bene e nel male. Tiago Pinto torna a parlare della Roma e lo fa ai microfoni di Canal 11, tornando sui suoi anni nella Capitale e toccando temi a tutto tondo, dalle sensazioni personali al rapporto con gli staff tecnici: "Sono sempre grato per le opportunità che mi vengono date nella vita. Ne approfitto per imparare e crescere. Alla Roma, per tre anni e un mese, ho lavorato con Paulo Fonseca e José Mourinho. Ci sono state opportunità di crescita, sviluppo personale e professionale. Sono stati tre anni e un mese molto impegnativi per me, dove sono cresciuto molto.Sicuramente ho fatto molti errori, ma ho azzeccato molte scelte. A 39 anni avevo già l’esperienza di lavorare con loro, con Bruno Lage, Rui Vitória e Jorge Jesus. Di tutti, conservo qualcosa. Se mi sono sentito ferito? Per me la vita scorre velocemente e devo concentrarmi su ciò che controllo e sul mio modo di essere. E nessuno lo cambierà mai”.
Una separazione che ha certamente lasciato il segno: "Se si guardano gli ultimi 15 o 20 anni solo un direttore sportivo è rimasto più a lungo di me. La Roma è un club esigente, che non favorisce la stabilità dei dirigenti e degli allenatori. Sono molto grato per l'opportunità che ho avuto, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, ma sapevo che il mio futuro sarebbe stato in altri club e campionati. Mi sentivo davvero esausto, la Roma aveva bisogno di qualcuno con la stes.
Una separazione che ha certamente lasciato il segno: "Se si guardano gli ultimi 15 o 20 anni solo un direttore sportivo è rimasto più a lungo di me. La Roma è un club esigente, che non favorisce la stabilità dei dirigenti e degli allenatori. Sono molto grato per l'opportunità che ho avuto, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, ma sapevo che il mio futuro sarebbe stato in altri club e campionati. Mi sentivo davvero esausto, la Roma aveva bisogno di qualcuno con la stessa energia e motivazione che avevo quando sono arrivato. Ho sentito che era arrivato il momento di andarmene".
Getty ImagesTiago Pinto, Roma