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Il triste declino dello sport in tv

20 OTTOBRE
SPORT-USA/NFL

Dal calcio alla Formula 1, passando per le leghe professionistiche americane: la disaffezione dello spettatore verso gli eventi live non ha confini.

GUIDO BAGATTA

Se mi occupassi di compravendita di diritti sportivi per la televisione, sarei sinceramente preoccupato. Oggi ancora di più di ieri, il valore degli stessi, e non solo per gli “sport” minori, ma anche soprattutto per calcio e Formula 1 è sempre più in caduta libera e questo non perché lo spettacolo offerto in campo o in pista sia diminuito di qualità, ma piuttosto perché le nuove “leve”, una volta davanti al televisore, continuano a rifiutare di vedere qualsiasi cosa che duri poco più di una mezzoretta.

La soglia di attenzione delle varie generazioni “X” o “Z” continua ad abbassarsi, mentre la durata degli eventi sportivi rimane, nonostante qualche sforzo degli organizzatori, più o meno sempre la stessa.

E così, restare di fronte ad uno schermo, anche se da 85 pollici con la qualità video in 4K, per lo spettatore più giovane diventa sempre più difficile. E, purtroppo per chi vende i diritti in questione, non si sta verificando neppure il cosiddetto “salvataggio” che sarebbe dovuto arrivare dall’on demand, che nel ragionamento di molti avrebbe dovuto tenere a galla il valore degli eventi grazie alla possibilità per ognuno di noi di regolarsi la durata di una partita o di un Gran Premio con l’avanti veloce.

Secondo delle indagini di mercato statunitensi, nemmeno questo “tool” ha dato una mano alla picchiata incessante di tutti gli sport in tv. Ed il fenomeno, intendiamoci, è a livello mondiale, non isolato a qualche paese o area geografica. Prendiamo ad esempio la NFL, la lega pro' che, al mondo, ha “l’impiattamento” più spettacolare, con divise perfette, caschi dai colori sgargianti, stadi sempre più fantascientifici e, ovviamente, riprese tv a livelli mostruosi. Nonostante tutte queste cose, alle quali vanno aggiunti giocatori in campo dalle qualità atletiche davvero da super eroi, la NFL continua a perdere spettatori per strada.

Le indagini di mercato dicono che i diciottenni di oggi non sopportano le troppe pause (che una volta erano considerate il plus del football perché permettevano ai broadcaster di inserire tonnellate di pubblicità a gioco fermo) nelle partite ed oramai, se per caso realmente interessati, si guardano gli highlights (tra l’altro gratis) da tre minuti dell’incontro in questione.

Sempre meno gente è disposta a pagare anche solo 20 dollari al mese per vedere qualcosa che non riesce ad interessarli più di tanto. E se la NFL è la punta dell’iceberg, a ruota arrivano NBA, NHL, MLB e NASCAR per il mercato USA e calcio, basket, motori e quel che resta degli altri sport per quello europeo. Qualche mese fa avevo già scritto sull’argomento, facendo notare come l’NBA, sulla sua “app” che permette di vedere tutte le partite, abbia messo, per quelle in differita, prima “le migliori azioni” dell’incontro in questione e poi, come seconda opzione, la partita per intero. Una scelta che parla da sola.

Il fenomeno della disaffezione agli eventi sportivi “live” in tv si sta espandendo a macchia d’olio in tutto il mondo ed è destinato ad aumentare in maniera esponenziale con i vari cambi generazionali che arriveranno. E con questo, per riallacciarci al discorso iniziale, giungerà presto una sensibile diminuzione del valore commerciale delle leghe con i diritti che i vari broadcaster vorranno pagare sempre di meno, per il semplice fatto che gli stessi attraggono sempre meno “utenti unici”. Ed in questo effetto domino, il tutto finirà con il rovesciarsi sui club che, ricevendo meno “dividendi” dalle loro leghe, potranno spendere meno per i giocatori ed i loro ingaggi.

Guido Bagatta

GUIDO BAGATTA
Raiders Vegas NFL

Getty ImagesRaiders Vegas NFL

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