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NBA Finals, l'importanza dei veterani

14 LUGLIO
BASKET/NBA

Non solo Antetokounmpo, Booker e Paul: gara 4 che può orientare la serie passerà anche, se non soprattutto, dalle mani dei "secondi violini".

GUIDO BAGATTA

Gara quattro che andrà in scena in Wisconsin domani sera ci farà capire molte cose su questa finale NBA, molto particolare e, per almeno una delle contendenti, inaspettata.

Milwaukee si trova in una situazione molto simile a quella che ha dovuto affrontare con Brooklyn, avendo iniziato male la serie per poi aver trovato in corsa la quadra delle cose.

Con i Suns, nelle prime due partite, i Bucks non ci sono stati, o quasi, mentre nella quarta sono riusciti a costruire attorno ad Antetokounmpo quella che sembrava davvero una squadra da titolo. E questo, al di là dei numeri fantasmagorici del greco, ha portato ad una vittoria netta e facile, che ha ridato fiducia un po’ a tutt in Wisconsin, pubblico compreso.

I "secondi violini" (si fa per dire) Holiday e Middleton hanno dato esattamente quello di cui una squadra “centripeta” come i Bucks avrebbe sempre bisogno, “sviare” gli avversari in modo che il buon Giannis possa poi fare davvero la differenza. D’accordo che, soprattutto Middleton, quando il greco si è infortunato, ha praticamente buttato fuori da solo gli Hawks, ma in una finale come questa il suo ruolo è inevitabilmente quello di spalla di lusso, con tanti punti nelle mani e tanto altro nella testa, ma pur sempre da secondo.

Stessa cosa si può dire di Holiday, anche se è più che evidente come “l’Upgrade” di Milwaukee per questa stagione sia stato proprio il suo arrivo, e non solo per l’attacco, visto che l’ex UCLA è anche un difensore superlativo, che, con il suo fisico da “linebacker”, può davvero prendersi cura di tre ruoli differenti.

Con queste situazione ben chiare, Phoenix si appresta a giocarsi una partita che, ovviamente, in caso di vittoria, le darebbe tre match ball consecutivi, di cui due da giocarsi in Arizona. 

In queste 72 ore che hanno separato la terza dalla quarta partita, i veterani di Phoenix avranno lavorato sui più giovani per cercare di spiegar loro come si gestiscono momenti del genere, anche se poi l’unico ai Suns che può spiegare cosa significhi l’esperienza di una finale è Jay Crowder, che l’anno passato l’ha giocata (e persa) con Miami.

Crowder è diventato quasi improvvisamente l’ago della bilancia della serie, pur essendo stato un giocatore che per anni ha tentato di affermare le proprie qualità dovendo però sempre ripartire da zero o quasi, come è accaduto nello scorso settembre, quando gli Heat non hanno fatto quasi nulla per trattenerlo.

Ora Crowder è quello che può sollevare Booker dai suoi  doveri... dell’ultimo tiro. Gli scarichi di Paul hanno infatti in lui un “outlet” di gran lusso, che ha già finito col risolvere più di una situazione scottante.

E domani notte, se si arriverà davvero al punto a punto nel quarto quarto si può essere quasi certi che si ripresenti una situazione simile, con i veterani presenti in prima fila.

GUIDO BAGATTA
Crowder, Holiday

Getty ImagesUna palla contesa tra Jrue Holiday e Jae Crowder durante gara 2 delle Finals 2021

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