BASKET/NBA

Incubo infortuni in NBA

18 GIUGNO
BASKET/NBA

Partenze e stop forzati hanno portato a tanti, forse troppi infortuni legati alle stelle NBA

GUIDO BAGATTA

Mentre nel weekend si definiranno le due semifinali di conference, la NBA sta vivendo un vero e proprio incubo collettivo, legato agli infortuni. Mai così tanti e così importanti  tanto che in molti cominciano a pensare che, alla fine, nelle ultime due stagioni, si è giocato con troppi strappi e ripartenze.

Questo potrebbe aver influito, in maniera decisiva, sulla preparazione di molte star della lega, che hanno dovuto forzatamente modificare la loro routine di approccio al campionato. Probabilmente non è bastato togliere la pre season ed accorciare la stagione regolare di dieci partite, evidentemente la bolla di Orlando ha finito con il lasciare il suo strascico, che nessuno aveva preventivato. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire quello che è successo e sta accadendo in queste ore nella lega, parlando ovviamente delle squadre ancora in lizza per il titolo, anche se, bisognerebbe ricordare che con Murray in campo, la semifinale tra Suns e Nuggets non sarebbe mai finita 4 a 0…

Iniziamo con una triste certezza, quella che riguarda Kawai Leonard che i Clippers hanno perso per il resto dei playoffs. Il campione 2019 con Toronto, si e fatto male al ginocchio in gara 4 con i Jazz: di primo acchito, l’infortunio sembrava di lieve entità, ma poi è arrivata la mazzata, alla quale, comunque, i Clips hanno reagito andando a vincere la quinta partita della serie sul campo di Utah. Ma anche se Los Angeles finisse col passare il turno (magari grazie alle prodezze di Paul George)  sarebbe davvero un’impresa pensare di arrivare al titolo senza la star principale. A questo punto, possiamo tranquillamente dire che la maledizione dei Clippers ha colpito ancora. …

Restando ad ovest, la caviglia di Donovan Mitchell preoccupa non poco i Jazz, che, ricordiamolo, stanno giocando la serie con Los Angeles, senza il loro play titolare, Mike Conley, stiratosi contro Memphis. Guardandolo in televisione, si capisce che Mitchell non appoggia bene il piede destro a causa di una caviglia in disordine che lo aveva costretto a saltare le ultime 16 partite di regular season e la prima di playoffs.

Sempre a nove fusi distanza dall’Italia, la situazione più assurda, questa volta non legata strettamente ad un infortunio, la sta vivendo Phoenix, in attesa di conoscere il suo prossimo avversario. Chris Paul, dominatore della serie con Denver è stato isolato secondo le norme anti covid (che, ben inteso, sono le medesime di otto mesi fa, quando in America, nessuno era  vaccinato) per aver avuto un contatto con un positivo. Adesso dovrà fare una mini quarantena per poi sottoporsi al tampone, rischiando comunque di perdere almeno una partita della finale di conference. Menomale (per i Suns) che Clippers ed Utah sono ancora in ballo, con Phoenix che ora si augura che si arrivi a gara sette, per guadagnare più tempo possibile.

Passando dall’altra parte degli States, Milwaukee ha perso da settimane e per il resto della stagione Dontae Di Vincenzo, che partiva da guardia titolare a fianco di Holiday, Philadelphia ha un Embid che potrebbe fare crack da un momento all’altro ,visto che gioca con un menisco incrinato, mentre Atlanta, che continua a sorprendere un po’ tutti, ha comunque pagato anche lei dazio, con la perdita di Hunter, primo cambio da ala piccola.

Ma ad est, la situazione più “curiosa” è sicuramente quella dei Nets. Dalle parti di Atlantic avenue, nessuno è sano…ma poi stanno tutti bene, o quasi. Tant’è che i tre big insieme nelle prossime partite di playoffs, non sarà poi così facile vederli. Con Durant tornato sano a tutti gli effetti e Harden che ha ripreso nonostante lo stiramento alla coscia gli dia ancora molto fastidio, adesso tutti gli occhi sono puntati sulla caviglia di Kyrie Irving, un altro che anche in questa stagione non si può certo dire che sia stato benissimo. Se il suo recupero arrivasse rapidamente, allora, oggi più che mai, in pochi non li darebbero vincenti al traguardo. Altrimenti, nonostante la loro enorme profondità, le quote che li riguardano comincerebbero a riscendere e non di poco.

GUIDO BAGATTA
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