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Antetokounmpo MVP: i Bucks vincono NBA

21 LUGLIO
BASKET/NBA

Il titolo NBA dopo 50 anni torna a Milwaukee; Antetokounmpo MVP con 50 punti e 17 rimbalzi, ma soprattutto, con 17 liberi realizzati su 19

GUIDO BAGATTA

Dopo 50 anni ,il titolo NBA torna quindi a Milwaukee, città che, nel bene e nel male, rappresenta l’America provinciale.

Un anno e mezzo fa, la città del Wisconsin, viveva il dramma del post Floyd e tutto quello che ne è venuto di conseguenza, con la sparatoria di Kenosha.

Adesso, Milwaukee, torna invece sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, ma con una storia meravigliosa che la rappresenta. E’ quello di un ragazzo di origini nigeriane, nato ad Atene da due genitori immigrati “per forza” nella capitale greca. Lo stesso  ragazzo che 12 anni fa vendeva ancora, con i suoi fratelli, souvenir ai turisti sulla rocca del Partenone, facendo fatica a portare a casa i soldi necessari per riuscire a mangiare alla sera.

Adesso quel ragazzo, che di cognome fa Antetokounmpo, è diventato il miglior giocatore del mondo, portando i suoi Bucks al loro secondo titolo NBA, cinquant’anni dopo quello vinto dalla coppia Kareem Abdul-Jabbar ed Oscar Robertson, due che hanno scritto la storia della lega. E lo ha fatto nel modo più impressionante possibile con i suoi 50 punti e 17 rimbalzi, ma soprattutto, con 17 liberi realizzati su 19 tentativi (il suo vero tallone d’achille) in una partita dal punteggio relativamente basso, dove il “greco”, ha realizzato praticamente la metà dei punti della sua squadra.

Ma l’impresa dei Bucks è ancora più “altisonante”, se guardiamo il tabellino di gara 6, quella che ha assegnato il titolo: i neo campioni NBA, hanno usato praticamente 7 giocatori, con una rotazione che appartiene davvero alla pallacanestro di una volta. Antetokounmpo è rimasto in campo 42 minuti, Holiday 46, il “povero” ottavo Jeff Teague, 2. Direi che questo la dice tutta su una squadra che ha vinto con una superstar davvero unica nel suo genere, circondata da quattro veterani dalla grande esperienza, ma anche dal grande talento, ma anche da molta umiltà.

Di giovani, intesi come giocatori con poca esperienza al Fiserv Forum, non se sono visti, almeno per quelli in maglia nero-verde. E ed è probabilmente per questo che i Suns hanno lasciato sul campo la seconda finale della loro storia. Per Phoenix, statene certi, arriveranno i momenti per alzare il “Larry O’Brien” trophy verso il cielo, l’intelaiatura c’e’, così come le star del futuro, incarnate nei corpi e nelle menti di Booker ed Ayton che però necessitano ancora di un po’ di rodaggio. 

Per adesso però, festeggia Milwaukee ,con i suoi ventimila tifosi dentro al Fiserv Forum, ma soprattutto con i 65.000 che poco più in la, al di fuori, hanno celebrato e tifato già da 3 ore prima della palla a due. Una folla oceanica che, in una singola piazza, nella storia dello sport non si era mai vista e se pensiamo ai tempi che stiamo vivendo, il tutto fa ancora più impressione. Rimane invece un po’ di amaro in bocca pensare che Antetokounmpo, miglior giocatore di queste finali e probabilmente al mondo, non sarà a Tokyo. E qui la pandemia non c’entra nulla, nella folle formula della prestorica FIBA, infatti, la sua Grecia non è entrata nelle dodici squadre che si giocheranno l’oro olimpico. Peccato, ma accontentiamoci di quello che abbiamo visto in queste finali, dove Giannis ci ha riempito gli occhi di un basket supremo.

GUIDO BAGATTA
Antetokoumpo

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