QUESTO SITO NON RAPPRESENTA UNA TESTATA GIORNALISTICA IN QUANTO VIENE AGGIORNATO SENZA ALCUNA PERIODICITA'

Atletica, Schwazer: "Ora voglio Tokyo, ma il mio obiettivo era non passare da infame"

19 FEBBRAIO
ALTRI-SPORT/ATLETICA

Dopo essere stato assolto dall'accusa di doping, il marciatore ha raccontato i piani del futuro

SPORT TODAY

il marciatore italiano Alex Schwazer, campione olimpico a Pechino 2008, è stato assolto ieri dall'accusa di doping, che lo ha costretto a una lunga assenza di 5 anni. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, il 36enne di Vipiteno ha parlato delle sue prospettive future: “D’istinto mi piacerebbe staccare il telefono, godermi questa vittoria in famiglia. Mangiare la torta preparata da mia moglie, scherzare con i figli... Cose semplici, le più belle. Rese ancora più belle da quello che è accaduto”.

Quanto sono importanti le parole usate dal gip di Bolzano che ha archiviato l’accusa di doping con la formula “non ha commesso il fatto”?

“È il mio trionfo più grande. Pure dell’oro di Pechino. Lì sapevo cosa mi aspettava, ero allenato per lo sforzo, mentre nei tribunali sono un pesce fuor d’acqua. È stata una traversata nel deserto con i miei angeli, Sandro Donati e gli avvocati. Non mi sembra vero, ma una cosa voglia chiarirla”.

Prego.

“Tutti pensano che ho lottato perché volevo ritornare a marciare. Ecco, in una scala di valori questo occupa solo il 10% del totale. La vera molla era dimostrare la mia innocenza. Perché ci avevo messo la faccia nel mio ritorno da pulito, dopo aver pagato giustamente nel 2012 le colpe per il doping. Nel 2016 sapevo di essere vittima, in compagnia di Sandro, di una colossale ingiustizia. La gente, però, giudica per quello che legge: c’era una sentenza, diceva il contrario. In pochi hanno avuto voglia e pazienza per studiare il caso, vedere le mille incongruenze, iniziare ad avere dubbi. Ecco, cancellare quella macchia era l’obiettivo: passare il resto della mia vita con un marchio infame sarebbe stato insopportabile”.

Non è stato semplice arrivare alla sentenza: tante le difficoltà incontrate dalla Procura.

“Posso solo ringraziare all’infinito i magistrati: non hanno mollato, reagendo quando dall’altra parte alzavano muri e facevano di tutto per non darci le provette. Poteva lasciar stare e invece il pm ha mandato il colonnello dei Ris in Germania. Lì ho capito che non era una pazzia la strada intrapresa. E avevo un altro asso nella manica”.

Quale?

“Katrin: averla sempre al mio fianco è stata una fortuna. Le ho detto pochi minuti fa: “Ci sono famiglie che esplodono per vicende simili. E invece tu mi hai dato forza e coraggio”. Ha sorriso, poi ha indicato la torta...”.

Già, le Olimpiadi...

“Chiaro, vorrei partecipare. Sarei ipocrita se dicessi il contrario. Continuo ad allenarmi, anche oggi ho fatto più di un’ora proprio mentre usciva la notizia da Bolzano. In macchina ho acceso il telefono: il bip dei messaggi è andato avanti per 5’ e ho intuito che sarebbe stata una giornata da ricordare. Tokyo? Con Sandro e gli avvocati dobbiamo capire il percorso giusto da fare. Non abbiamo tanto tempo a disposizione...”.

Coni e Fidal potrebbero affiancarla in questa battaglia. Stefano Mei ha detto: “le cose ora sono cambiate”.

“Sarebbe importantissimo, spero accada davvero. Le prossime mosse saranno le più difficili: avere l’aiuto delle istituzioni potrebbe fare la differenza. Ci penserò domani: ora faccio festa in famiglia e mi concedo una fetta di torta. Sa, di energie ne ho bruciate tante in questi anni...”.

schwazer

Getty ImagesAlex Schwazer, marciatore italiano oro olimpico a Pechino 2008

NOTIZIE CORRELATE